Gabetti: «Dal 2006 tocca a John Elkann»

«Montezemolo? Spero proprio che non lasci l’incarico. L’accoppiata con Marchionne è ottima»

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Torino

«Sì, John Elkann è pronto. È molto bravo, serio e professionale. E io vorrei, con gradualità ma seriamente, passare il timone. Anzi, uno o due timoni. Sarebbe bene farlo il prossimo anno. O, almeno, avviare il trasferimento di deleghe che mi sono piovute addosso, purtroppo, in occasione di situazioni tragiche e improvvise. Ovviamente non posso mollare tutto improvvisamente, ma per gradi. Però dev’essere fatto».
Gianluigi Gabetti, 81 anni, l’uomo da sempre vicino alla famiglia Agnelli, a capo della «cassaforte» e delle holding Ifi e Ifil, in questa intervista al Giornale fa capire che i tempi sono maturi perché il giovane vicepresidente possa, forse già dal 2006, prendere in mano almeno una delle società ora in mano al «grande vecchio». «Da parte mia - aggiunge Gabetti, che il Giornale ha intercettato al rientro da un viaggio negli Usa - resterò comunque vicino alla famiglia Agnelli, quanto lo vorranno»
Presidente, come procede la ricerca del nuovo amministratore delegato dell’Ifil?
«In questo momento sto esercitando le due cariche, presidente e amministratore delegato, ma non intendo farlo a vita. È in corso, in modo molto cauto, un processo di selezione. Non c’è comunque urgenza perché la nostra macchina funziona bene».
Intanto è atteso da un momento all’altro il verdetto della Consob sull’operazione che ha permesso all’Ifil di mantenere il controllo della Fiat...
«Stiamo vivendo questa attesa molto serenamente».
Nessun problema, dunque…
«Io spero bene. C’è stata una fornitura aggiuntiva di informazioni che sono state richieste».
Per il momento le banche nuove azioniste della Fiat sembrano stare alla finestra in attesa di vedere se il gruppo consoliderà i recenti progressi. Solo in un secondo tempo potrebbero decidere cosa fare delle loro partecipazioni…
«Mi pare coerente con la posizione che avevano annunciato. Hanno sempre ripetuto che non avevano intenzione di esercitare un ruolo di gestione nella Fiat e che avrebbero gradualmente trovato un modo di collocare sul mercato le loro quote. Immagino che lo faranno».
L’ad Sergio Marchionne, tempo fa, disse di essere pronto ad aiutarle nella cessione delle partecipazioni. In questo modo le quote andrebbero a entità gradite a Fiat…
«Prima di tutto dobbiamo aspettare il prospetto delle azioni mentre il collocamento, come è stato detto, avverrebbe a cura delle banche. A questo punto è possibile che si arrivi a collaborazioni. L’impressione che ho sempre ricavato è che il piano sarà portato avanti per gradi. Non credo che le banche vogliano disturbare il mercato».
Solo Sanpaolo Imi dovrebbe restare al vostro fianco...
«Il Sanpaolo Imi è sempre apparso il più propenso a tenere la quota. Era stato riferito in primavera, poi non se ne è più parlato».
Nel frattempo i conti del gruppo Fiat continuano a dare segnali di miglioramento…
«Il dottor Marchionne ha dimostrato di saper fare le previsioni e, soprattutto, di mantenerle».
E le voci sull’intenzione del presidente Luca di Montezemolo di passare il testimone in occasione dell’assemblea degli azionisti Fiat del prossimo anno?
«Io queste voci non le ho sentite. L’accoppiata Montezemolo-Marchionne mi sembra ottima».
Ed è destinata a proseguire insieme il cammino?
«Eccome».


Quindi non è detto che Montezemolo debba lasciare per forza l’incarico…
«Spero proprio di no».
La prossima settimana il consiglio dell’Ifil approverà i conti del terzo trimestre. Com’è la situazione?
«Solida. E anche la chiusura dell’anno si annuncia tale».

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