Gabetti: «Ifil pronta a tutto per la Fiat»

«Sull’Auto a fine anno la visione sarà più chiara. Grati agli istituti di credito per il loro appoggio». Giù in Borsa il Lingotto: -3,4%

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Torino

Gli Agnelli restano il punto di riferimento della Fiat. E Gianluigi Gabetti, da sempre uomo fiducia della famiglia torinese, nell’accettare un nuovo mandato al vertice dell’Ifil, si è detto pronto «a continuare la sfida». Con la consapevolezza, però, che «il cammino è ancora lungo e, specie nel futuro, sarà irto di problemi e difficoltà di vario genere in un quadro costellato di incognite». La riconferma di Gabetti, quasi 81enne, alla guida della holding, insieme all’amministratore delegato e direttore generale Daniel John Winteler, rappresenta per la Fiat un forte segnale di stabilità. «Saremo vicini all’azienda in tutti i modi - ha spiegato il presidente - ricorrendo, se necessario, alle iniziative più disparate. Con il passare del tempo si vedranno meglio le esigenze della Fiat e prenderemo atto delle decisioni del management». Le notizie in arrivo da Torino non hanno infiammato la Borsa: Ifil ha perso lo 0,9% mentre Fiat è addirittura scesa del 3,4% perdendo di vista quota 6 euro.
Gabetti non ha voluto approfondire il tema delle «iniziative più disparate» che la holding sarà pronta ad adottare se la situazione di Fiat Auto, l’unico ramo del gruppo in grave difficoltà, peggiorasse improvvisamente. «Sarà comunque il Lingotto a definire i suoi assetti - ha aggiunto -, l’Auto è una componente importante e noi non possiamo che accettarlo». Il Lingotto, dunque, potrà contare sul pieno apporto dell’Ifil anche dopo l’ingresso, a settembre, delle banche nel capitale con la conseguente «diluizione» al 22% della holding. «Il nostro lavoro si svolgerà anche intorno alla Fiat - ha ribadito Gabetti - per facilitare la riuscita del lavoro da parte del nuovo consiglio. Qualcuno ha accusato Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne di troppo ottimismo, ma se non esiste ottimismo non c’è azione. Pensare a risultati a breve è, comunque, un errore di impazienza. A fine anno la visione sarà più chiara». Sarò questo, dunque, il momento in cui la holding farà il punto della situazione. E solo allora prenderà atto dell’avvenuta svolta, o no, del gruppo automobilistico che si appresta a giocare, in autunno, la carta più importante del mazzo: la nuova Punto. A giorni, poi, l’amministratore delegato Marchionne presenterà alle istituzioni e ai sindacati l’aggiornamento al piano di rilancio con le linee guida che Fiat Auto dovrà seguire per rispettare gli obiettivi del risanamento. Ifil, dal canto suo, continuerà a contare sull’apporto delle banche che Gabetti ha ringraziato «per l’appoggio che hanno dato alla Fiat in momenti estremamente difficili, un appoggio che da parte nostra non abbiamo negato, essendo pronti a vedere teoricamente decurtata la nostra partecipazione». Le banche, nei programmi di Gabetti, avranno ancora un ruolo chiave: «Continueranno ad assecondare i nostri sforzi in modo che si possa portare a compimento il risanamento della Fiat». Tra gli istituti, uno è stato citato dal presidente dell’Ifil anche per ovvie ragioni (la holding ne detiene il 6,3%): è il Sanpaolo Imi, banca che nei prossimi mesi potrebbe giocare un ruolo più incisivo in relazione alla Fiat.
Per Ifil sarà il 2006 l’anno dei grossi investimenti.

Nessuna intenzione, infine, di ridurre la partecipazione nella Juventus né di acquisire la quota Fiat in Rcs, mentre è a buon punto il progetto di accorciamento della catena di controllo, «ma non è il momento per metterlo in atto».

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