La Galindo ci coinvolge mettendosi alla gogna

Vincitrice del Leone d’oro (under 35) alla 51° edizione della Biennale di Venezia, Regina Josè Galindo presenta per la prima volta una sua performance alla fondazione «Volume!». L’evento, curato da Emanuela Nobile Mino, è come sempre per l’artista guatemalteca, una azione, quindi con un inizio e una fine. Dalle ore 19 di oggi, infatti, e sino alle dodici di domani, l’artista utilizzerà il proprio corpo per raccontare qualcosa, di sé ma soprattutto di altri. Prendendo spunto dal fatto che la sede della fondazione è vicina al carcere di Regina Coeli, Regina ha concepito una azione dal titolo Cepo. Il tutto avverrà in prossimità del muro vicino al carcere stesso, e la vedrà costretta a una gogna. Come infatti affermato dall’artista stessa, «la società presenta sempre una componente forte e debole, una vittima e un carnefice, chi è libero e chi è condannato. Nel mezzo di questa tensione l’umano si sente paralizzato, limitato, escluso dal sistema». In queste parole si nasconde, nemmeno tanto velatamente, il concetto alla base dell’azione, che non vuole essere altro che un tentativo di far riflettere gli spettatori, cercando di spostare il loro ruolo da attori passivi a testimoni partecipi. E nel diventare protagonisti di un accadimento, diviene quasi ovvia una presa di coscienza nei confronti di ciò che accade, e di come, spesso, l’apparenza sembri più importante del reale. L’artista non traccia linee guida dalle quali partire per creare una polemica, ma è lei stessa che per prima si mette alla prova per sostenere un atto pubblico. Come nelle sue precedenti performance, infatti, la Galindo vuole rappresentare certi disagi, certe mancanze. E nel farle proprie le esteriorizza e le concretizza attraverso azioni senza forme di pietismo ma piuttosto concentrandosi su violazioni, su azioni perpetrate ai più deboli.

Il suo lavoro diviene così semplicemente un’assunzione di responsabilità, un atteggiamento di presa di coscienza, che nel caso di una artista acquisisce anche un valore estetico.
Fondazione «Volume!», via san Francesco di Sales 86/88.

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