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Gara 1, Pro Recco espugna Napoli

La Pro Recco si aggiudica gara 1 della finale scudetto del campionato di pallanuoto superando a Napoli il Posillipo 17-13 (3-2, 4-3, 5-4, 5-4). Non c’è però il pubblico delle grandi occasioni alla Scandone. Un segnale forte per il «palazzo». La gara si anima dopo solo un minuto: Posillipo più veloce nelle ripartenze, Recco più macchinoso negli spostamenti. Soffre queste folate rossoverdi il Recco, subisce proprio su una controfuga di Udovicic la prima rete (fuori Tempesti e Kasas) ma replica con quello che sembra essere il punto debole dei padroni di casa: i tiri da fuori. Per ben due volte i tiratori della Pro colpiscono da fuori perimetro. Fino al gran gol di Vujasinovic, che con una deliziosa colombella supera Violetti e riporta in parità il risultato. Quindi in chiusura il sorpasso dei liguri a 53” dal termine che permette loro di chiudere in vantaggio il quarto. Bella partita, grande qualità di gioco. La differenza la fanno senza dubbio i due portieri: in serata magica Stefano Tempesti, decisamente sottotono Violetti, sostituito da De Crescenzo nell’ultima frazione. Una differenza che pesa nelle due frazioni seguenti: Posillipo a –2 grazie al cinque metri trasformato da Angelini, poi la grande reazione della coppia montenegrina-napoletana Janovic-Zlokovic ( motore propulsore dei napoletani), che riporta in parità il risultato. Ma il botta e risposta continua: ma il Posillipo costretto sempre ad inseguire, perde via via lucidità. Non brilla più neppure la difesa, demolita palla dopo palla dai recchelini; ed in avanti le cose non vanno meglio, visti ii troppi colpi a vuoto specie in superiorità. A fine gara il conteggio è disastroso: 9/16 per il Posillipo, 4/8 per il Recco. Manica larga per i padroni di casa della coppia arbitrale Caputi e Carannate.

Alla lunga questa grossa lacuna peserà nell’economia del gioco del Posillipo: nella terza frazione la formazione di De Crescenzo cala d’intensità, il Recco prende in mano le redini del gioco e chiude il tempo con un eloquente 12-9. Ultima frazione al cardiopalma: ma la Scandone è ormai tinta di biancoceleste.

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