Gas, l’Authority chiede più concorrenza: «Così Eni arriva al 65%»

L’Authority dell’Energia ha scritto al governo e al Parlamento per chiedere di «superare alcune criticità del decreto stoccaggi» relativo al gas approvato il 13 agosto scorso. Secondo l’Authority occorrono infatti tetti Antitrust che stimolino maggiormente la concorrenza del settore. In particolare fra i nodi da risolvere ci sono: l’esclusione degli autoconsumi dal calcolo della quota di immissione ai fini Antitrust, l’incertezza sui benefici concreti per le famiglie e le piccole imprese e le modalità con cui si dovrebbe realizzare la collaborazione tra l’Autorità stessa e il ministero dello Sviluppo Economico.
La segnalazione dell’Autority rileva che nel decreto gli autoconsumi non vengono ricompresi nel calcolo della quota di immissione. Consentendo, ad Eni di controllare (direttamente, attraverso le immissioni nette, e indirettamente, attraverso le cessioni oltre confine) fino al 65% del totale del gas consumato in Italia, mantenendo di fatto il controllo del mercato. Se al contrario, come già segnalato dall’Autorità e richiesto dal Parlamento, gli autoconsumi non venissero scontati, tale quota non potrebbe superare il 55% del totale e il mercato risulterebbe più concorrenziale.
L’Autorità segnala poi «le evidenti disparità» che le misure previste introducono a carico delle diverse categorie di clienti finali.

Per i clienti industriali sono previsti benefici diretti, tramite il finanziamento delle infrastrutture di stoccaggio, e indiretti, grazie alla maggiore concorrenza. Al contrario, risultano «ancora molto incerti i possibili benefici per i clienti civili e le piccole imprese», che potranno avvantaggiarsi solo indirettamente delle nuove infrastrutture di stoccaggio.

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