Controcultura

Gatti, volpi, aquile, pipistrelli. Le spie sono delle bestie

Lo storico del servizi speciali rivela tutti i trucchi. Dai felini usati come cimici ai mammiferi volanti bombardieri

Gatti, volpi, aquile, pipistrelli. Le spie sono delle bestie

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Chi non ricorda Il dottor Stranamore, il fantastico film di Stanley Kubrick con Peter Sellers? Che raccontava un folle equivoco che condurrà il mondo alla guerra nucleare. Per fortuna solo un film, ma la realtà, si sa, supera spesso la fantasia, di sicuro quella cinematografica. Dall'inizio della Guerra Fredda in poi, infatti, se ne sono viste delle belle. Anzi, non si sono viste, ma ci siamo andati vicini.

È una lunga e pazzesca storia raccontata da Vince Houghton, storico e curatore dell'International Spy Museum di Washington, nel suo saggio Il pipistrello bomba (Bollati Boringhieri) dedicato a tutti i progetti militari ideati, sperimentati e mai realizzati. Con largo uso di animali di ogni genere.

A cominciare dai gatti. Fu un'idea della Cia, si chiamava Acoustic Kitty, ovvero utilizzava gatti come cimici, dopo averli opportunamento operati, per spiare i sovietici. Solo che i gatti tendono a fare quello che vogliono, e l'unico che sembrava eseguire gli ordini finì stirato sotto una macchina. I gatti furono usati anche per alcuni test durante la Seconda Guerra Mondiale, da un'idea del chimico Stanley Lovell: lanciarli con una bomba attaccata alla pancia e un congegno direzionale contro le navi dell'Asse, sperando nell'istinto del gatto di non cadere mai in acqua. Ma i gatti persero i sensi durante i primi quindici metri di caduta e non se ne fece niente.

Ma Lovell ebbe anche un'altra pensata: usare della cacca di capra artificiale contaminata da un cocktail di germi da sganciare in Nord Africa per battere i tedeschi senza che si rendessero conto da cosa fossero stati colpiti. A diffondere i germi ci avrebbero pensato le mosche. L'operazione stava per partire quando i tedeschi spostarono le truppe sul fronte orientale, e quindi niente cacca.

Tuttavia Lovell inventò anche un vaso da fiori con un derivato chimico da piazzare tra Hitler e Mussolini durante un loro incontro sul Brennero. Il composto li avrebbe resi ciechi. La ciliegina sulla torta sarebbe stata la collaborazione del Papa, che avrebbe dichiarato trattarsi di una punizione divina per la loro malvagità. Anche qui ci fu un inconveniente: il luogo dell'incontro fu spostato su un treno, nel vagone privato di Hitler, e si cambiò piano. Ipotizzando per esempio di somministrare a Hitler degli ormoni femminili per fargli cambiare carattere e fargli cadere i baffetti. Dietro c'era sempre la fervida mente di Lovell. Fu data a un giardiniere una valigetta piena di soldi come pagamento e gli appositi farmaci, ma probabilmente il giardiniere non se la sentì di affrontare Hitler e scappò con i soldi.

Tornando agli animali, non crediate che siano strambe idee passate, ne sono piene le cronache degli ultimi decenni. Ecco alcuni titoli di giornale di varie parti del mondo citati da Houghton: «Squalo mandato in Egitto dal Mossad». «Hezbollah: abbiamo catturato in Libano aquila spia di Israele». «Abbas accusa Israele di usare cinghiali contro i palestinesi». Animali talvolta processati come persone. Tipo: «Turchia proscioglie uccello da accusa di spionaggio per Israele». Oppure, altro titolo: «In India polizia cattura piccione, accusato di lealtà volatile».

Come nel Progetto X-Ray, concepito da Lytle Adams, un dentista della Pennsylvania: prevedeva l'uso di pipistrelli bomba da utilizzare contro il Giappone in seguito all'attacco di Pearl Harbor. Adams riuscì a suscitare l'interesse del Presidente Roosevelt che dette l'ok alle sperimentazioni, nel 1943. Che non andarono benissimo. Centinaia di pipistrelli, con le loro bombe e in letargo, furono portati alla base militare di Carlsbad, caricati su un aereo, e pronti a essere sganciati su una piccola cittadina giapponese ricostruita. Ma una parte dei pipistrelli si svegliò prima dal letargo e si diresse verso la stessa base americana, distruggendola.

Contro i giapponesi si pensò allora di utilizzare le volpi, perché nello shintoismo (religione di Stato in Giappone dal 1868 al 1945) sono animali magici, portatori di buoni o cattivi presagi. E dunque prese piede il Progetto Fantasia, una trovata di un tale di nome Edgar Salinger: spruzzare delle volpi con vernici fosforescenti e mandarle a terrorizzare i nipponici. Solo che le volpi fosforescenti andavano sganciate in acqua e quando arrivavano a riva la vernice era completamente scomparsa. Si riuscì a ovviare all'inconveniente, ma nel frattempo si era trovata una soluzione più efficace e definitiva per mettere fine alla guerra, e questa volta funzionò, eccome se funzionò.

Ne sanno qualcosa a Hiroshima e a Nagasaki.

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