Da Gattinoni a Balestra, l'Unità d'Italia in passerella

Nuovi talenti, come Erkan Coruh con le sue donne puledre e Jack Guisso con i suoi ricami meccanici e due party per i giovani: il primo della creatrice di gioielli Delfina Delettrez, l'altro organizzato da AltaRoma con Mercedes all'Accademia di Costume e moda

Anche sulle passerelle si celebrano i 150 anni dell'Unità d'Italia. Lo fa domenica mattina Gattinoni, che nella sua collezione «metropolitan-chic» veste con il tricolore la Miss Italia 2010, Francesca Testasecca e le mette in testa la corona turrita, mentre con il dito sulle labbra lei invita al silenzio, dopo troppe polemiche.
Lo ha fatto, il giorno prima, anche un libanese come lo stilista Jack Guisso, che ha dedicato al nostro Paese un abito in georgette azzurra ricamato d'argento, per una donna italiana colta, ricca di storia ma protesa verso il futuro.
E , domenica sera, un altra griffe venuta da Beirut, quella di Abed Mahfouz, sceglie di omaggiare l'Italia con il verde del Tricolore, reinterpretandolo con tinte pistacchio e arcadian: segno di speranza per un futuro senza sangue e violenza.
E ancora lo farà martedì sera lo stilista melomane Renato Balestra,che ha scelto la colonna sonora della sua sfilata per un omaggio alla ricorrenza unitaria, con musiche da Mascagni a Biagio Antonacci.
Un Risorgimento rivisitato e corretto dall'alta moda, insomma, che sfila nella capitale in tante versioni e stili diversi.
«L'Italia si desti - spiega Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni- è il nostro invito. L'attesa è finita. Il nostro Paese 150 anni fa ha avuto un Risorgimento e bisogna dire basta a tutto il fango che c'è stato dopo l'Unità».
Al Santo Spirito in Sassia sfila la collezione disegnata da Guillermo Mariotto ed è un sorprendente trionfo di grattacieli ricamati a grandi tessere sugli abiti bianchi: sono le metropoli del futuro, Shangai, Rio de Janeiro, Dubai.
E c'è tanta preoccupazione per quel futuro nei grigi e nei fumè dei modelli Gattinoni che parlano di smog e nebbie.
Sui tubini bianchi ci sono come graffi di ricami neri «effetto catrame», tagli laser che ricordano le troppe violenze al pianeta, meravigliosi modelli da sera sfumati dall'albicocca al lilla o dal turchese al bianco, che evocano una natura da preservare. E anche il velo lucido della sposa è tagliato al centro in modo inquietante.
C'è un richiamo alla green economy anche negli originalissimi gioielli di Gianni De Benedittis per il brand FuturoRemoto, indossati dalle modelle di Gattinoni. Una sfoggia al dito l'energy ring, con un piccolo pannello solare che alimenta una piccola lampadina. E tutte portano pochette-gioiello, con manici di corallo, forbicine inserite nel plexiglass, agate azzurre sulla maglia ad uncinetto.
Ad applaudire la sfilatache apre la seconda giornata di AltaRoma, una prima fila affollatissima di vip: dalla moglie del sindaco Alemanno, Isabella Rauti, a quella di Walter Veltroni Flavia con la figlia, da Lella Bertinotti all'assessore Davide Bordoni, da Kledi Kadiu a Irene Pivetti, da Vanessa Hessler ad Amy Stewart, da Gloria Guida ad Alessio Di Clemente, all'ambasciatore d'Israele Gideon Meir con la moglie Amina.
AltaRoma ha soprattutto una missione da talent scout ed è giusto guardare ai nuovi talenti che emergono, molti selezionati dal concorso organizzato con Vogue, «Who's on next?».
Uno è proprio l'estroso gioielliere De Benedittis di cui abbiamo parlato, ma ha sfilato anche il vincitore dell'anno scorso, il turco Erkan Coruh, portando in passerella un'ardita collezione di abiti neri con ciuffi di capelli come crini di cavalli su tasche, baveri, cinture. Donne puledre, le sue, addirittura con piccole criniere sul dorso del vestito.
Un altro talento emergente, quello del libanese Jack Guisso che abbiamo nominato, ha stupito soprattutto per i suoi ricami post-industriali, tratti dal mondo della meccanica. Viti, bulloni, tondini vengono usati invece delle solite paillettes, degli swarovski e delle perle. E sulle alte citure compaiono applicazioni a forma di chiavi inglesi.
Che Alta Roma punti molto sul connubio giovani e moda lo dicono anche i due party organizzati nelle prime serate.
Sabato, nel tradizionale negozio Fendi a via Borgognona, lo ha dato per beneficenza la rampolla Delfina Delettrez, quarta generazione della famiglia romana, ventitrè anni e ardire da vendere.
Insieme ai suoi gioielli dark pieni di teschi, ragni, coppie Kamasutra, occhi, nasi e bocche surrealiste, ha creato un braccialetto con la figura di una donna incinta. Simboleggia la speranza di un futuro migliore per i bambini dei paesi poveri e, infatti, il ricavato è destinato alla creazione di pozzi d'acqua, per il progetto «Gocce d'Africa».
É «Ethical fashion», un'altro dei cavalli di battaglia della kermesse romana, e tra i tanti giovani invitati da Delfina, compresi molti personaggi del mondo dello spettacolo, i braccialetti vanno a ruba. Si balla fino a notte tarda, tra scatenati dj e violini tzigani.
Ancora un happening dedicato alle nuove generazioni, nel party di domenica sera organizzato da Alta Roma insieme allo sponsor Mercedes-Benz Italia.


La sede è la bella palazzina sul lungotevere dove ha sede l'Accademia di costume e moda e le attrazioni vengono da Londra, a cominciare dal Guest-dj Set Matthew Stone e per il Warm-up la dj Natasha Slater, vestita Punk da Prada. Il tutto, proprio in mezzo agli studenti che sognano di entrare nel mondo della moda.

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