Gemelline sparite, speranza in una lettera

FoggiaC’è la testimonianza di chi dice di averle viste a Marsiglia mentre si imbarcavano sul traghetto; c’è la traccia di un biglietto per 3 persone: in ogni caso portano in Corsica le tracce di Alessia e Livia, le gemelline di sei anni scomparse dopo che il padre, Matthias Kaspar Schepp, 43 anni, è andato a prenderle nella casa di Saint Sulpice, sobborgo di Losanna. L’uomo, che avrebbe dovuto riportare le figlie il 31 gennaio, si è suicidato la sera del 3 febbraio lanciandosi sotto un treno a Cerignola Campagna, una quarantina di chilometri da Foggia, tappa finale di una lunga fuga dal dolore per un matrimonio ormai naufragato.
Schepp, canadese, ingegnere e dirigente della Philip Morris, si era infatti separato dalla moglie, Irina Lucidi, originaria di Cerreto di Venarotta( Ascoli Piceno), avvocatessa della multinazionale, esperta in diritto della concorrenza: una rottura non particolarmente conflittuale che lui però non riusciva più a sostenere.
Le ore che scorrono alimentano l’angoscia tra Italia, Francia e Svizzera. Fino a questo momento le ricerche non hanno dato risultati, ma le indagini hanno consentito di ricostruire gran parte del viaggio tormentato del 43enne. E proprio attraverso i suoi spostamenti gli investigatori sperano di fare luce sul destino delle bambine. Le piccole sarebbero state avvistate il 31 gennaio alle 18,30 nel porto di Marsiglia, mentre erano in procinto di imbarcarsi sul traghetto. La notizia è apparsa sulla pagina Facebook creata dalla famiglia nel tentativo di raccogliere elementi utili ed è stata confermata dalla polizia. Con ogni probabilità Alessia e Livia erano con il padre. «Siamo riusciti a trovare traccia dell’acquisto di un biglietto del traghetto Marsiglia-Propiano fatto da Matthias Schepp per tre persone, lui e le due figlie, lunedì sera», dichiara il sostituto procuratore di Marsiglia, Christophe Barret. «È un passo avanti interessante», dice il magistrato. Che aggiunge «Lunedì sera si è imbarcato, il traghetto è arrivato a Propriano martedì mattina».
A questo punto rimangono da chiarire le tappe successive del lungo viaggio di Schepp verso l’Italia, dove forse le bambine non sono mai arrivate: gli investigatori sono infatti propensi a credere che l’uomo sia giunto in Puglia da solo. Un’ipotesi che troverebbe conferma nella testimonianza del gestore di un ristorante di Vietri sul Mare, lungo la costiera amalfitana, che ha raccontato di averlo visto pranzare nel suo locale giovedì, poche ore prima del suicidio. «Sembrava sereno, scherzava» L’ingegnere è stato notato anche dal pizzaiolo, ma per cancellare ogni dubbio un nucleo di investigatori si è spostato da Cerignola a Vietri con i cani utilizzati per le ricerche: grazie al fiuto degli animali è stata individuata la sedia su cui si è seduto il 43enne e anche la zona dove ha parcheggiato l’auto. Nessuna traccia invece delle bambine.
Matthias Kaspar Schepp aveva forse pianificato quell’ultimo drammatico viaggio che ha deciso di concludere in Puglia, terra per lui sconosciuta visto che sul sedile anteriore della sua Audi A6 station wagon nera parcheggiata nel piazzale della stazione di Cerignola c’era una carta geografica aperta. Nell’abitazione dell’ingegnere, a Saint Sulpice, gli investigatori hanno trovato il suo testamento. Nel documento sono indicate le persone a cui lascia i suoi beni: alla moglie, ad altri parenti e alle figlie. Proprio quest’ultima circostanza fa crescere la speranza che le piccole stiano bene anche il loro destino è ancora incerto. Alessia e Livia sono andate via con il padre venerdì 28 gennaio: dovevano trascorrere il weekend con lui, come sempre. L’uomo domenica ha inviato un sms alla moglie spiegando che le avrebbe accompagnate direttamente a scuola lunedì.

Ma ci sarebbe anche un altro messaggio che secondo Roberto Mestichelli, avvocato e cugino della madre delle bimbe, l’ingegnere avrebbe scritto per annunciare che non le avrebbe riportate. Infine, il 31 gennaio, Schepp ha mandato a Irina una lettera da Tolone e una cartolina disperata da Marsiglia: «Mi manchi tanto, quello che è successo è stato ingiusto, voglio farla finita».

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