Generali, Algebris ribatte a Bernheim

Algebris respinge le accuse di essere uno strumento nelle mani di gruppi italiani lanciate dal presidente di Generali Antoine Bernheim. Quest’ultimo prosegue invece la ricerca di appoggi ai massimi livelli istituzionali per non essere messo all’angolo assemblea di aprile: l’uomo d’affari, che a fine ottobre si era confrontato con il governatore di Bankitalia Mario Draghi e il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, avrebbe perorato la propria causa di difensore delle Generali anche con Palazzo Chigi. L’occasione per un colloquio con Romano Prodi sarebbe stata la visita del premier a Parigi, lunedì scorso, per la candidatura di Milano a sede dell’Expo 2015. Nel frattempo Eric Halet, co-fondatore di Algebris insieme con Davide Serra, ha ribadito a Les Echos che il fondo non «è teleguidato da nessuno», respingendo quindi la tesi del complotto italiano adombrato da Bernheim sulle colonne di Le Monde. «Non ho mai sentito nessuno affermare che Generali è una società con una visione strategica a lungo termine e che la retribuzione del management è perfettamente adeguata o che non vi siano conflitti di interesse tra Mediobanca e Generali» ha proseguito Halet, persuaso di «aver detto ad alta voce ciò che tutti pensano a bassa voce».

Intanto gli analisti di Dresdner Kleinwort citano i possibili cambiamenti nella compagnia triestina tra i motivi per investire su Mediobanca, primo azionista di Trieste. Dresdner ritiene in ogni caso Piazzetta Cuccia un titolo «difensivo»: il giudizio è «ridurre».

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