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La generazione hip hop fra skate e graffiti

Fino al 19 marzo «Beautiful losers» propone le opere di 30 nuovi artisti

Luciana Baldrighi

Un progetto che coinvolge scultura, pittura, design, fotografia, video e performance con opere di oltre trenta artisti che si sono distinti soprattutto negli ultimi dieci anni.
Con la mostra Beautiful Losers curata da Aaron Rose e Christian Strike in collaborazione con René de Guzman, Thom Collins e Matt Distel si esplora il lavoro di un gruppo di facoltosi e fantasiosi artisti appartenenti al mondo dello skate, della graffiti art, delle sottoculture punk e hip-hop.
Il fulcro dell’esposizione mette in evidenza i lavori recenti di artisti multimediali come Thomas Campell, Cynthia Connoly, Brian Donnely, Cheyl Dunn, Shepard Fairey, Phil Frost, Mark Gonzales, Jo Jackson, Todd James, Margaret Kilgallen, Harmony Corine, Barry McGee, Ryan McGinley, Ryan McGinness, Mike Mills, Clare Rojas, Ed Templeton e Tobin Yelland.
Ad arricchire l’esposizione un «ambiente sonoro» creato da Tommy Guerrero il cui percorso artistico attraversa le relazioni tra le sottoculture underground che fanno da sfondo a Beautiful Losers.
Gli artisti esposti hanno creato una vasta selezione di Ephemera e di altre figure di questo contesto artistico. Questa sezione ospita inoltre una serie di copertine, album, scarpe, stampe, skateboards, giocattoli e fanzine. Gli spettatori potranno anche assistere a una rassegna di film e di video sia contemporanei che storici. Ma risaliamo alla storia di questa originale corrente artistica. La prima tappa di Beautiful Losers è stata il Contemporary Arts Center di Cincinnati nel 2004 a cui hanno fatto seguito Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco, Orange Country Museum of Art e The Contemporary di Baltimora nel 2005. Dopo l’Europa, la mostra si sposterà in Asia e Australia nel 2007.
La rassegna organizzata dal Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco dal Contemporary Arts Center di Cincinnati chiuderà i battenti il 19 marzo (chiusura ogni lunedì).
Per la serata d’inaugurazione è stata accompagnata da On the Road, un’immagine delle correnti americane anni Ottanta e Novanta. Un happening musicale eseguito dal pianista Carlo Boccadoro in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi.
Beautiful Loser sbarca in Europa partendo dalla Triennale di Milano che ha voluto aprire una finestra su un pezzo imprescindibile della scena internazionale dell’arte contemporanea. Le cinque sezioni della mostra sono state studiate in modo tale da diversificare le tappe fondamentali dello skate e della graffity art, delle sottoculture punk e hip-pop. Nella sezione Roots & Influences si indaga il lavoro degli artisti creativi che hanno esercitato una diretta influenza sullo stile della generazione che li ha seguiti.

Al suo interno troviamo esempi di progetti come quello di Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol, dipinti e disegni ma anche fotografie di Henry Chalfant, Larry Clark, Crumb, Glen Friedman, Futura, Keith Haring, Ari Marcopoulos, Raymond Pettibon, Pushead e Craig Stecyk.

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