Erzelli, la società dell'hi-tech porta l'Università in tribunale

Il futuro della cittadella genovese dell'hi tech si decide in tribunale: pare questo il destino del parco scientifico e tecnologico degli Erzelli, nel momento in cui parte la battaglia legale tra l'Università di Genova e la società Genova High Tech per il «no» dell'ateneo al trasferimento sulla collina. Lo fa capire il rettore Giacomo Deferrari che, in margine all'audizione davanti alla commissione comunale, conferma di avere ricevuto due lettere con cui Ght annuncia azioni legali. «Dicono - spiega fra l'altro Deferrari - che, secondo l'accordo, l'Università è obbligata ad andare nel parco scientifico. Noi prepariamo le carte per difenderci. E ci divertiremo».
Con l'occasione, il rettore ribadisce ancora una volta che il progetto ha aspetti positivi e negativi, ma non è al momento possibile attuarlo per la mancanza di 42 milioni. «Anche per il grande presidente di Banca Carige - sottolinea Deferrari in commissione - dovrebbe essere facile fare l'operazione, che fanno anche all'asilo e vedere che mancano quei soldi. Abbiamo fornito tutti i documenti relativi all'operazione alla Corte dei Conti - prosegue il rettore -. È una nostra iniziativa, quasi una prassi in certi casi, decisa dopo il pronunciamento del Consiglio di amministrazione». Per Deferrari, inoltre, «è una terribile balla dire che essere vicini alle imprese fa aumentare i successi dei ricercatori. Erzelli sarebbe un valore aggiunto per l'ateneo, ma non è Lourdes, non fa vincere premi Nobel».
Dal canto suo, il vicesindaco Stefano Bernini dichiara che «la logistica nell'area degli Erzelli è stata studiata con i residenti e prevede tra l'altro una nuova strada per decongestionare quelle esistenti. Il Cipe ha inoltre giudicato finanziabile l'impianto di risalita a cremagliera tra gli Erzelli e il parcheggio di interscambio che sorgerà nella futura stazione ferroviaria vicino all'aeroporto». Una maniera per invogliare al trasloco chi mette avanti i problemi di trasporto.
Per il sindaco Marco Doria, comunque, «l'atteggiamento mentale e politico dell'Università e della città sul progetto Erzelli deve cambiare: servono grandi sforzi per superare le difficoltà, non bisogna essere meticolosi per trovare un ostacolo dopo l'altro». Per il primo cittadino, che apre i lavori della commissione comunale prima di passare la parola al rettore, «il progetto del parco scientifico è il più significativo per disegnare il futuro di Genova. La presenza di Ericsson è significativa, a prescindere dal numero di posti di lavoro, e sarebbe importante che ci fosse l'Università con Ingegneria. Era un ragionamento avviato». Non basta: a giudizio di Doria, «l'ateneo avrebbe spazi più ampi in una facoltà pensata e costruita nel ventunesimo secolo».
Il sindaco ricorda infine «le ingenti risorse pubbliche stanziate che non devono essere perdute. Sappiamo che ci sarebbero ricadute negative sull'ateneo se l'indebitamento va fuori controllo. Ma bisogna trovare il modo di trovare le risorse mancanti. Il Comune - conclude - si farà carico di tutte le competenze urbanistiche e logistiche con due assessori al lavoro per ridisegnare quell'area. Bisogna sapere pensare positivo».


Tutto questo mentre Milano decide di tornare a puntare sulla combinazione scienza-imprese per trovare nuove opportunità di sviluppo: la giunta di Giuliano Pisapia ha deliberato, infatti, nei giorni scorsi tre importanti progetti di riqualificazione su altrettante aree urbane, una delle quali, quella dei gasometri della Bovisa, a nord della città, potrebbe ospitare un nuovo quartiere scientifico tecnologico attorno all'ampliamento del campus universitario del Politecnico...

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