Carissimo signor Rolla,
la ringrazio molto per la sua lettera, anche perchè mi dà modo di precisare alcuni concetti. Avrei voluto anche parlarle direttamente, ma purtroppo fra i cinquantaquattro Rolla dellelenco del telefono, non lho trovata, e quindi mi dovrò limitare a parlare attraverso il Giornale.
Sinceramente, non credo che un giornalista non debba essere «di» alcunchè. Nè di destra, nè di centrodestra, nè di centro, nè di centrosinistra, nè di sinistra. Credo solo che debba fare il suo mestiere, con onestà intellettuale e senza mistificare, nè falsificare le cose. Insomma, un giornalista, senza aggettivi.
Poi, però, le dirò tranquillamente che penso che i giornalisti che perdono gran parte della loro giornata a definirsi super partes un po mi fanno paura, perchè di solito è da lì che arrivano le fregature. Noi, lo saprà, non siamo super partes, praticamente mai. Siamo dichiaratamente di parte. E diciamo la nostra su tutto, consapevoli che possiamo scontentare qualcuno. Magari, a volte, sbagliamo. (...)
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