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L'affitto riscosso per conto del governo

(...) Mario Monti ha portato il limite oltre il sopportabile. E ora che persino l'Europa che l'ha «imposto» all'Italia lo scarica, l'ex premier ammette di aver esagerato nello spremere i cittadini. Il problema è che pur senza essere professori di economia si sarebbero facilmente potuti immaginare gli effetti della torchiatura, che proprio a Genova fa scattare l'allarme. In un anno di governo tecnico, rispetto al gennaio 2012, gli incrementi di tassazione sui redditi immobiliari, sono stati notevoli.
Prendendo ad esempio un bilocale, in media i proprietari pagano il 5,3% in più, il 3,8% per un trilocale, addirittura l'8,2% per i locali commerciali, i negozi. L'effetto immediato è che chi incassa un affitto vede svanire in gabelle cifre sempre più alte, che raggiungono l'82% della somma percepita in un anno. A ruota è inevitabile che oltre ai proprietari la pressione fiscale vada poi a ricadere sugli inquilini che vedranno aumentare le rette.
Una vera mazzata per l'economia italiana, soprattutto su quella parte più forte che ha sempre retto il Paese e che incredibilmente è stata tartassata da chi ora si mette alla testa del sedicente «centro». «È davvero preoccupante continuare ad assistere a queste tariffe fuori controllo. Il rischio è che quello di ammazzare il ceto medio, e una città come la nostra, da troppo tempo sotto pressione, non se lo può permettere», interviene Raffaella Della Bianca, consigliere regionale dei Riformisti Italiani, preoccupata proprio delle conseguenze che ha sull'economia l'impoverimento della fascia più importante della popolazione.
Non a caso i numeri riportati dal Sole 24 Ore mettono in risalto la tassazione sul «mattone». Perché, fa notare ancora Della Bianca, i piccoli proprietari di immobili «si trovano a fare i conti con l'Imu, che in un anno porta via al settore 23 miliardi di euro, cioè due volte mezzo in più rispetto alla vecchia Ici».
Se è vero che la colpa è riconducibile direttamente al governo centrale, è altrettanto evidente che se Genova ha un record negativo, probabilmente a livello locale qualcosa cambia e quindi è modificabile. «A fronte di questi dati allarmanti - aggiunge infatti Della Bianca - ho chiesto alla giunta regionale attraverso un'interrogazione, se sia possibile intervenire, e con quali strumenti, su una simile pressione fiscale che nel capoluogo ligure risulta essere la più alta in percentuale rispetto alle altre città italiane».

La palla passa dunque a Claudio Burlando, ma anche a tutti quegli amministratori locali che hanno la possibilità di regolare le percentuali della tassazione con aliquote demandate agli enti periferici. A quegli enti, Regione compresa, che la leva delle tasse l'hanno usata liberamente e continuano a usarla per tappare i buchi nei loro bilanci.

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