Cronache

LA RABBIA E L’ORGOGLIO

LA RABBIA E L’ORGOGLIO

Non credo - l’ho detto, l’ho scritto e lo ripeto - che nell’inchiesta del Secolo XIX sul calcioscommesse ci siano novità sostanziali. Soprattutto, non mi ha particolarmente impressionato l’articolo su Flachi e sul derby romano di domenica perchè non mi pare che aggiungesse molto a quanto si sapeva, apparso su molti giornali in estate e, addirittura, nei termini sostanziali, sull’agenzia Ansa l’8 luglio del 2005. Quello che proprio non mi è piaciuto, poi, è stata la puntata del Processo del lunedì che, per tener fede alla ragione sociale della trasmissione, si è trasformata in una sorta di linciaggio dove tutto finiva nello stesso calderone: comportamenti e leggerezze che un giocatore esperto come Flachi non dovrebbe assolutamente avere e illeciti sportivi, verbali di interrogatori e intercettazioni, Biscardi che dava ragione un po’ a tutti, a chi diceva una cosa e a chi sosteneva il suo contrario, e via di questo passo. Tutta la trasmissione e in particolare alcuni interventi - non quelli del direttore del Secolo XIX Lanfranco Vaccari, a dire il vero - mi hanno dato la sgradevole sensazione della costruzione a tavolino dell’ennesima illusione per i tifosi genoani e qualcuno mi ha dato l’impressione di lucrarci sopra per qualche briciolo d’ascolto in più o per qualche copia in più fuori piazza. Probabilmente mi sbaglierò, ma tutto questo - anche e soprattutto per i tifosi genoani che credono in buona fede a tante cose che vengono loro propinate - ha creato in me rabbia.
Ancor più rabbia, però, ho provato quando ho letto che Vaccari e un suo cronista sono stati indagati solo per aver pubblicato quelle notizie e per aver fatto il loro lavoro. E quindi - proprio perchè non credo che da quell’inchiesta possa uscire nulla di nuovo (ribadisco, magari mi sbaglierò) - ci tengo doppiamente a solidarizzare con il direttore del Secolo. Perchè si può essere in disaccordo su qualcosa, come stavolta, ma non sui principi-base della nostra professione. E Vaccari è una persona che merita grande stima per la passione con cui fa il nostro lavoro. Anche se non condividiamo le sue idee. E, quando ci si trova di fronte a un uomo che ha passione e idee, la rabbia lascia spazio all’orgoglio.
Caro Lanfranco, stavolta, su questa storia, siamo lontani.

Ma vicini.

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