Non credo - lho detto, lho scritto e lo ripeto - che nellinchiesta del Secolo XIX sul calcioscommesse ci siano novità sostanziali. Soprattutto, non mi ha particolarmente impressionato larticolo su Flachi e sul derby romano di domenica perchè non mi pare che aggiungesse molto a quanto si sapeva, apparso su molti giornali in estate e, addirittura, nei termini sostanziali, sullagenzia Ansa l8 luglio del 2005. Quello che proprio non mi è piaciuto, poi, è stata la puntata del Processo del lunedì che, per tener fede alla ragione sociale della trasmissione, si è trasformata in una sorta di linciaggio dove tutto finiva nello stesso calderone: comportamenti e leggerezze che un giocatore esperto come Flachi non dovrebbe assolutamente avere e illeciti sportivi, verbali di interrogatori e intercettazioni, Biscardi che dava ragione un po a tutti, a chi diceva una cosa e a chi sosteneva il suo contrario, e via di questo passo. Tutta la trasmissione e in particolare alcuni interventi - non quelli del direttore del Secolo XIX Lanfranco Vaccari, a dire il vero - mi hanno dato la sgradevole sensazione della costruzione a tavolino dellennesima illusione per i tifosi genoani e qualcuno mi ha dato limpressione di lucrarci sopra per qualche briciolo dascolto in più o per qualche copia in più fuori piazza. Probabilmente mi sbaglierò, ma tutto questo - anche e soprattutto per i tifosi genoani che credono in buona fede a tante cose che vengono loro propinate - ha creato in me rabbia.
Ancor più rabbia, però, ho provato quando ho letto che Vaccari e un suo cronista sono stati indagati solo per aver pubblicato quelle notizie e per aver fatto il loro lavoro. E quindi - proprio perchè non credo che da quellinchiesta possa uscire nulla di nuovo (ribadisco, magari mi sbaglierò) - ci tengo doppiamente a solidarizzare con il direttore del Secolo. Perchè si può essere in disaccordo su qualcosa, come stavolta, ma non sui principi-base della nostra professione.
Caro Lanfranco, stavolta, su questa storia, siamo lontani. Ma vicini.
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