Rigoletto, l'opera migliore di Verdi

«Così è nato Rigoletto, ritenuta all'epoca dallo stesso Verdi la sua migliore opera. Per quanto mi riguarda non trovo di meglio che restare fedele a loro». Con «loro» Rolando Panerai - tra i nostri migliori baritoni del secolo scorso e regista di questa produzione - intende Verdi, naturalmente, e il librettista Francesco Maria Piave. «Non tocco una virgola, né una nota: prendo lo spartito e seguo quello che è stato scritto. Del resto, è perfetto così».
Rigoletto è altra opera verdiana di questo 2013 dedicato al celebre «Cigno di Busseto« (un mese fa Macbeth e a chiudere la stagione sarà Traviata) in scena al Carlo Felice venerdì (ore 20.30) e fino a domenica 10 marzo. Produzione casalinga con un occhio di riguardo al compositore, quindi, e uno al portafoglio: scene ricavate da un collage che Enrico Musenich ha allestito utilizzando scenografie già presenti nel magazzino del teatro, perché «in tempi di vacche magre conviene risparmiare e un allestimento nuovo verrebbe a costare un occhio della testa. Non possiamo permettercelo».
Insomma, il sovrintendente Pacor non usa mezzi termini e non ha problemi a riconoscere le (perenni) difficoltà che affliggono il teatro genovese. Ma in fondo che male c'è? Si utilizza quel che è ancora buono, lo si reinventa, gli si dà un altro perché: «doppio risparmio: non si butta via e non si riempie il magazzino». Non fa una grinza, ed è giusto così. Tanto più che l'equilibrio politico a questo punto è assai precario e il salvifico benefattore del Carlo Felice rimane ancora ignoto. Con un bilancio da presentare entro un mese.
Ma torniamo a Rigoletto. Tratta da Le roi s'amuse di Victor Hugo, l'opera debuttò alla Fenice di Venezia l'11 marzo 1851 e fa parte della cosiddetta Trilogia Popolare insieme a Traviata e Trovatore: un'opera intensa, ricca di forti passioni, in cui convivono amore, tradimento e desiderio di vendetta. Con quel tema della maledizione che percorre la partitura da cima a fondo e che non dà tregua. Un perfetto equilibrio di ispirazione melodica e drammaticità, con quell'approfondimento della psicologia dei personaggi che sarà cifra della produzione matura di Verdi.
Cast di venerdì: Jean-Francois Borras (Duca di Mantova), Alberto Gazale (Rigoletto), Nino Machaidze (Gilda), Andrea Mastroni (Sparafucile), Annunziata Vestri (Maddalena), Roberta Cotrozzi (Giovanna), Fabrizio Beggi (Monterone), Claudio Ottino (Marullo), Alessio Bianchini (Conte di Ceprano), Benedetta Torre (Contessa di Ceprano). Sul podio Carlo Rizzari, costumi di Regina Schrecker. Nel primo foyer, a partire dalle 17.

30, inaugurazione della Prima Triennale Artistica della solidarietà: mostra e asta online a favore della Fondazione Onlus Banca degli occhi Melvin Jones. La mostra rimarrà visibile all'interno del teatro fino al 10 marzo.

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