Sessant’anni di goliardia per restare sempre giovani

Sessant’anni di goliardia per restare sempre giovani

La fitta libreria corre lungo le pareti del corridoio e si allarga ad abbracciare l’intero studio, dove un cartello ammonisce: «Non vengono dati libri in prestito a nessuno, quindi per piacere non chiedetemeli». Qua e là, poster umoristici con provocatori consigli salutistici al contrario - per ammalarsi piuttosto che stare bene - e vignette che regalano un sorriso. L’ironia è di casa da René Andreani, anzi fa parte del dna. Eletto deputato due volte con i radicali, un passato da super manager e un presente da scrittore ed esperto di alimentazione naturale (meglio se integrale, biologica e cotta a vapore), René è convinto che una risata ci salverà. Non per niente è lui il «re dei Tubbi», anima del gruppo goliardico pegliese che dagli anni Cinquanta fino ad oggi ha regalato a migliaia di persone momenti di divertimento spensierato all’insegna della bonaria presa in giro del prossimo. I «tubbi» sono le ringhiere della passeggiata dove generazioni di pegliesi hanno trascorso le serate estive «ciattellando». E se il buongiorno si vede dal mattino lui, René, ha cominciato bene. «Nel ’59 mi sono iscritto alla facoltà di Economia e Commercio solo per fare vita goliardica e rimandare il militare» confessa, ricordando poi i tanti colleghi di scherzi che, sullo stile del film «Amici miei», sono arrivati a fargli persino il funerale prima del tempo. Ma tant’è: ogni occasione è buona per divertirsi e va colta al volo. Come quella volta, negli anni Cinquanta, che in due «rapirono» un tram per farsi un giro, approfittando di una pausa caffé di autista e controllore del turno di notte. Da Pegli centro fino al Lido, facendosi inseguire a piedi dai due malcapitati tranvieri e lasciandoli poi con un palmo di naso, con il tram fermo al capolinea.
Sessant’anni di goliardia sono tanti e hanno lasciato il segno. Negli anni di Woodstock, le feste trasgressive dei Tubbi finivano sui giornali scandalistici dell’epoca: resta nella memoria di tanti che oggi sono nonni la festa dei «cannibali» durata tutta la notte, con topless impensabili per il Belpaese. Da raduni in grande stile, anche travestiti da antichi romani, a piccole incursioni. Come quando alla faccia dei Mille, e di Quarto, i goliardi pegliesi apposero su uno scoglio sotto il castello Vianson, al Risveglio, una targa che recita ancora oggi «da qui non è partito nessuno».
«Ogni momento era buono per divertirsi - racconta René - e gli sketch venivano così... spontanei». Memorabile la volta che una turista di Bergamo abboccò agli improbabili produttori cinematografici della «Amo Film» (dove l’amo è quello della lenza). «La poverina era brutta, ricordava un po’ una cocorita, ma noi le dicemmo che la sua bellezza era tale che doveva fare l’attrice». Si convinse con poca fatica davanti alla squadra di produzione allestita a spron battuto, con René nel ruolo del protagonista, il cantante Michele («aveva la macchina più bella») a fare l’autista e Rosario Parmeggiani, medaglia d’oro di pallanuoto e tenere i contatti con i manager di Roma. «Quattro episodi girati in Superotto che furono anche proiettati in una sala di Pegli con la grande famiglia dei Tubbi a fare la claque... naturalmente la turista non seppe mai nulla». Ci vollero invece poche ore al farmacista di Pegli per accorgersi che tutto quell’andirivieni di signori attempati aveva qualcosa di strano. «Viagra gratis per tutti i clienti», recitava lo striscione che gli amici goliardi gli avevano messo a coprire l’insegna della farmacia, gustandosi lo scherzo nascosti dall’altra parte della strada.
Memorabili le serate a Villa Binni di Multedo, o al bar Puppo sul lungomare, quando i goliardi si riunivano improvvisando gag: affollatissime le lezioni di sessuologia del dottor Otto Strunz, alias René, le esibizioni del «siculo che respinge con la testa le boccette d’avorio da una parte all’altra del biliardo», o del sollevamento della barca con i denti dell’amico Tisto. Impossibile raccontare tutti i blitz dei Tubbi ed elencare tutti gli animatori della compagnia, da Alfredo Maria Rossi detto Ciocci, campione di Scommettiamo, il biografo ufficiale della compagnia, a Iginio Zaratin detto il Commodoro, vignettista, falegname, trova robe.

Ci sono poi Piero Frattari detto il Documentarista, addetto alla produzione di dvd e multimedialità, Foto Giulio detto Clic che detiene l’Archivio fotografico storico, Enrico Merli il Taroccatore, addetto ai manifesti e alla grafica, Giorgio Prazzoli detto Giorgione, l'avvocato, Luciano Caprile l’intellettuale critico, per commenti e prefazioni, Piero Ardinghi detto Mazzulli o Mogol, testa d'ariete e volto ufficiale del gruppo, Franco Marchisio ovvero il Mulo, decano (quello del furto del tram), Teo Marcenaro detto Doroty, cantante ufficiale della canzone Il vagabondo delle stelle, Oscar Cestone detto «U figgio du Lillo», esperto in acqua sulfurea e portavoce del gruppo in Germania (dove si è trasferito da diversi anni). «Ora la storia dei Tubbi sta per diventare un libro perché il riso fa buon sangue», dice René. E visto che è un esperto di alimentazione, c’è da credergli.

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