La storia vera di Sara: quando le donne restano sempre vittime

La storia vera di Sara: quando le donne restano sempre vittime

Una storia vera, più forte della fantasia. Giancarlo Perazzini toscano d’adozione, torna in libreria con «Omicidio dell’anima», la storia vera di una donna del sud che fu violentata quando non aveva ancora compiuto sedici anni, e che la famiglia costrinse a sposare il suo stupratore, un uomo di nobili origini dalla doppia personalità, tanto violento e perverso nell’intimità della casa, quanto pacato e rispettabile nella società.
Dalla violenza nacque una bimba, che molto più tardi subirà essa stessa ripetuti tentativi di violenza da parte del padre. Sara (questo è il nome che la protagonista ha scelto di darsi) rimase con il marito quaranta lunghissimi anni, fino alla morte di lui, avvenuta nella primavera del 2009. Partorì altri tre figli, due femmine ed un maschio. Sara ha ora cinquantasette anni, e vive in provincia di Pescara con l'unico figlio maschio.
Dopo la morte del marito despota si è decisa a raccontare la sua storia nella speranza che possa essere di insegnamento a quelle famiglie che venissero a trovarsi nelle condizioni in cui si è trovata la sua oltre quaranta anni or sono. Il volume si avvale della prefazione di Irene Pivetti.
L’autore, nato nella Repubblica di San Marino il 27 febbraio del 1950, e risiede a Bagnone in Lunigiana dal marzo del 2002.
A soli 17 anni entra nel mondo delle costruzioni, e dopo avere conseguito il diploma, inizia un vero e proprio peregrinare professionale che lo vede per alcuni anni nel profondo sud dell'Italia, poi in Arabia, ed infine, a soli 32 anni, in Camerun. Obbligato a rientrare in Patria per ragioni di salute, con il passare degli anni Perazzini si rende conto che una parte del suo cuore è rimasta laggiù.
Divenuto dirigente a soli quarant'anni, guida un'impresa di costruzioni tra le più importanti d'Italia.


Nel 2007 ha pubblicato la sua prima opera narrativa «Jan - Mal d'Africa Ricordi di una parentesi africana 1982-1985» con la prefazione di Stefano Zurlo. con cui ha vinto il 2° premio al concorso letterario internazionale Ida Baruzzi Bertozzi, edizione 2010.

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