In viaggio nel continente di ghiaccio

Dicono che questo rinnovato Museo dell'Antartide al Porto antico sia fatto apposta per affascinare i bambini. Giusto. Ma purché per «bambini» s'intenda quell'ampia fascia di curiosi amanti della Natura, intrigati dallo spettacolo della Scienza, ammaliati dallo stupore della scoperta, che restano per sempre bambini anche se hanno da 6 a cent'anni. Sono loro i visitatori privilegiati e preferiti delle sale riaperte al pubblico dopo un sapiente restyling, e gestite dall'Acquario Village in partnership con il Centro interuniversitario. Che significa: un unico, suggestivo itinerario attraverso il «Pianeta Acquario New» che comprende - spiega Beppe Costa, al timone di Costa Edutainment - oltre all'Acquario di Genova e al il Museo dell'Antartide, anche la Biosfera progettata di Renzo Piano e sostenuta dalla società Ignazio Messina.
Ma come sottolinea Maria Angela Masini (che ha appena sostituito Giancarlo Albertelli, direttore della struttura dal 1998 al 2012), ad essere stato integralmente rinnovato è lo spazio museale dedicato al continente di ghiaccio, tanto da costituire uno «spaccato» molto documentato e scientificamente rigoroso dell'ambiente, flora e fauna comprese. Nato a suo tempo con l'obiettivo di far conoscere questo continente e le attività di ricerca che vi si svolgono, in particolare nella base italiana «Mario Zucchelli», con particolare attenzione al settore biologico ed ecologico, il Museo oggi si presenta come «una nuova esperienza di edutainment per conoscere e approfondire un ambiente unico per le caratteristiche estreme del clima e per i suoi paesaggi glaciali. Il tutto, con il supporto di pannelli e apparecchiature interattive, che divertendo introducono nei misteri più reconditi del Polo Sud del mondo. E «per quanto si pensi di conoscerlo, in realtà questo è un mondo conosciuto pochissimo. Ed è affascinante, perché non è solo ghiaccio, è anche vita» aggiunge Costa, a fianco degli scienziati Franco Ricci, capo spedizione dell'Enea, e Marino De Stefano, biologo marino, che in Antartide vivono e lavorano per parecchi mesi all'anno e ne hanno, di cose da raccontare. L'esposizione, in effetti, è legata all'attività di ricerca italiana svolta da oltre vent'anni, da quando il comandante professor Carlo Stocchino, allora dipendente dell'Istituto Idrografico della Marina di Genova, fece da «apripista» dell'esplorazione scientifica italiana guidando una spedizione di cui faceva parte anche Walter Bonatti.
C'è questo, ovviamente, e molto altro dietro le quinte del Museo dell'Antartide. I visitatori hanno modo di rendersi conto delle collezioni biologiche, glaciologiche, mineralogiche e paleontologiche che hanno portato all'istituzione del Museo, costituito dalle Università di Genova, Siena e Trieste sulla base delle differenti competenze scientifiche; gli stessi visitatori possono scoprire la vita nelle basi e gli scenari attraverso filmati, ricostruzioni e reperti scientifici di un continente ancora incontaminato, immenso laboratorio naturale per lo studio dei problemi ambientali e climatici. Allestito su circa mille metri quadrati, l'itinerario museale parte da una sezione che illustra le caratteristiche geografiche, ambientali e climatiche dell'Antartide, e approfondisce poi l'organizzazione della base italiana di Baia Terranova, dalle attrezzature ai materiali usati dai ricercatori durante le spedizioni. Entrando nella ricostruzione di una grotta di ghiaccio, infine, si può capire come sia fatto il pack antartico e cosa siano le «carote di ghiaccio», veri e propri archivi naturali dei cambiamenti climatici.

Il percorso si chiude con la parte dedicata alla vita nei poli per conoscere la biodiversità antartica, l'adattamento dei pesci alle fredde temperature delle acque polari, la rete alimentare e il suo delicato equilibrio. Un equilibrio da conoscere meglio e da salvaguardare anche con la passione e l'entusiasmo dei «bambini» di tutte le età.

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