«Alla gente piace la nazione forte»

Il politologo: «Putin diventerà uno zar, un punto di riferimento indispensabile, non un monarca»

nostro inviato a Mosca

Vitali Ivanov è uno degli analisti politici più vicini a Putin. Trentenne, brillante, vicepresidente del Centro sulla congiuntura politica in Russia, non ha dubbi sul voto di ieri: «La nazione russa approva il presidente».
Perché Putin piace?
«Negli ultimi sei-otto anni la maggioranza dei cittadini ha visto migliorare il tenore di vita. Il Paese è più forte e patriottico: tutto questo piace alla gente. Putin ha puntato la campagna su uno slogan: gli anni Novanta, anni di sofferenza, non devono tornare. E ha vinto con pieno consenso».
Ma non tutto va per il meglio in Russia...
«Certo, alcuni progetti di sviluppo che erano stati promessi quattro anni fa sono incompiuti, ma i russi glielo hanno perdonato».
La società è meno libera rispetto a qualche anno fa, non crede?
«Non sono d’accordo, bisogna distinguere tra due tipi di libertà: quelle politiche, che riguardano una piccolissima parte della popolazione che fa capo ai movimenti d’opposizione, e quelle personali che sono assolute, forse la Russia è fin troppo libera. Lo Stato non interferisce nella vita privata, non c’è censura morale, né di stampa. In Occidente è peggio».
Come non c’è censura? Le tv sono controllate del Cremlino...
«La tv non è completamente libera solo su fatti politici che interessano poco alla gente. Sì, ci sono state limitazioni dovute a ragioni di stabilità e di sicurezza dello Stato. Le proteste dell’opposizione, che si sente esclusa, lasciano indifferente la popolazione, che invece si interessa agli affari, alla vita sessuale, allo sport, alla moda. Questi sono i temi popolari nella Russia di oggi».
Perché Putin non allenta la presa? È forte, potrebbe permetterselo...
«Perché il modello occidentale non può essere adattato alla realtà russa. Da voi, come da noi, la democrazia è uno schermo per non far capire alla gente chi governa davvero. Da voi il sistema è concorrenziale tra le élites. Abbiamo provato a imitarvi ma è stato un disastro».
Dunque come funziona il sistema russo?
«È una democrazia consensuale, basata su un accordo tacito tra i gruppi che contano nel Paese. Ora è iniziata l’evoluzione verso un modello che prevede la presenza di uno zar. Non un monarca, ma un punto di riferimento indispensabile per le élites».
E lo zar è Putin, ma che farà ora? Sarà premier?
«Non credo. Il trionfo di ieri gli dà un’enorme autorevolezza come leader di Russia Unita. Vedo due scenari.

Il primo: mantiene il potere operando dalla Duma e si ricandida nel 2012. Il secondo: passa progressivamente la mano al nuovo presidente e tra 18 mesi, forse tre anni, esce completamente di scena. Ma nel breve periodo l’uomo forte resterà lui».

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