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Gerusalemme, finisce nel gelo lo storico vertice Sharon-Mazen

Il premier ebraico ha offerto al presidente dell’Anp il controllo di altre due città cisgiordane se verrà fermato il terrorismo

da Gerusalemme

Tra imponenti misure di sicurezza, si è tenuto ieri a Gerusalemme il primo storico incontro tra il premier israeliano Ariel Sharon e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen. Il vertice, il primo in assoluto tra i due leader, si è tenuto nella residenza del premier israeliano, e si è concluso senza alcuna dichiarazione congiunta alla stampa.
L’incontro, secondo quanto ha reso noto la rete televisiva israeliana Channel 2, è durato poco più di due ore e si è svolto in un’atmosfera tesa. Al termine del colloquio Abu Mazen è ripartito per Ramallah, dove ha tenuto una conferenza stampa. È stato - ha detto - «un incontro difficile» e dagli esiti «inferiori alle aspettative». «Non c’è stata - ha aggiunto -, alcuna risposta positiva» da parte del premier israeliano alle richieste avanzate dalla delegazione palestinese, anche se si è concordato di «continuare il dialogo».
Il giornale israeliano Haaretz ha confermato che Sharon ha dato prova di rigidità, chiedendo all’Anp di fare in modo che il prossimo ritiro da Gaza avvenga nella calma, altrimenti - ha avvertito - l’esercito israeliano sarà costretto a intervenire.
Secondo fonti governative israeliane, Sharon ha offerto ad Abu Mazen il trasferimento di due città cisgiordane sotto il controllo della sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese se l’Anp riuscirà a fermare le azioni violente delle fazioni estremiste. Le città in questione sono Betlemme e Qalqiliya, il cui trasferimento era previsto già nell’ambito degli accordi raggiunti nel febbraio scorso a Sharm el Sheikh, insieme a Gerico, Tulkarem e Ramallah. Solo Gerico e Tulkarem si trovano attualmente sotto giurisdizione palestinese: il processo di trasferimento era stato infatti sospeso dalle autorità israeliane in attesa della fine degli attacchi missilistici delle fazioni palestinesi contro gli insediamenti ebraici.
Sharon avrebbe offerto inoltre di permettere il ritorno di un numero limitato di profughi in Cisgiordania e di prendere in considerazione la possibilità di liberare degli altri detenuti palestinesi, sempre in cambio di un maggior controllo dell’Anp sugli estremisti: il premier ha spiegato ad Abu Mazen che il terrorismo mina il sostegno dell’opinione pubblica israeliana al ritiro dalla Striscia di Gaza.
La radio israeliana ha poi reso noto che Sharon ha anche dato il nulla osta alla riapertura dell’aeroporto e dello scalo marittimo di Gaza, capitale della Striscia, fatto che dovrebbe contribuire allo sviluppo economico della regione.
Sharon ha anche respinto - afferma Haaretz - diverse richieste espresse da Abu Mazen affinché Israele allevii le condizioni di vita dei palestinesi.
La radio militare israeliana ha reso noto che il ministro della Giustizia Zipi Livni è stata incaricata di esaminare la possibilità di rimettere in libertà 20 militanti palestinesi che hanno già scontato lunghe pene detentive.
Mentre a Gerusalemme si apriva il vertice, un velivolo israeliano ha lanciato ieri pomeriggio due missili nella parte settentrionale della striscia di Gaza nel tentativo fallito di eliminare un militante della Jihad islamica.

Nella notte tra lunedì e martedì l’esercito israeliano aveva arrestato in Cisgiordania 50 presunti attivisti della Jihad islamica come reazione a una serie di attacchi del movimento radicale palestinese.

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