In principio, non più tardi di due o tre anni fa, il curling era tutto qui: una pietra con una strana impugnatura a mo di pentola a pressione che scivola veloce sul ghiaccio e due atleti che - scopettone alla mano - spazzolano il ghiaccio tuttintorno per cambiarne velocità e traiettoria. Poi vennero le Olimpiadi di Torino 2006, le dirette televisive e il chiacchiericcio da bar. Da sport semi-sconosciuto il curling balzò così improvvisamente agli onori delle cronache: stone (la pietra), rink (il campo di gara) e tee (il bersaglio disegnato sul ghiaccio) diventarono così parole di uso comune quasi come tackle scivolato o corner. Tutti pazzi per questa disciplina che - a dispetto della scarsa notorietà - può vantare una storia ultracentenaria: la prima stone - la strana «pentola a pressione» di granito levigata - risale addirittura al 1511. Tra tre anni, dunque, il curling compirà la bellezza di 500 anni: tradizione centenaria che solamente le discipline atletiche nate nellantica Grecia possono vantare.
In Italia la patria del curling è senza dubbio Cortina d'Ampezzo, mentre la nazionale italiana ha esordito ufficialmente nelle olimpiadi invernali con l'edizione di Torino 2006. Particolarmente diffuso in Trentino Alto Adige è anche lo stock sport: una variante del curling dove, al posto di avvicinarsi con la propria pietra al bersaglio disegnato sul ghiaccio, bisogna abbattere quanti più birilli possibili.
Ma il prossimo fine settimana il titolo di capitale del curling passerà di diritto a Milano: il Consorzio Tre Sport (Us Acli, Uisp e Csi) e la Provincia in collaborazione con la Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, puntano a far conoscere ai cittadini milanesi queste due discipline sportive, di antichissima origine: il 2 e il 3 febbraio, allIdroscalo sarà possibile conoscere e praticare gratuitamente il curling, mentre il 9 febbraio si potrà cimentarsi nello stock sport.
Le giornate avranno inoltre lobiettivo di diffondere lesistenza di queste discipline, di farne conoscere la storia, le origini e le regole del gioco, attraverso pannelli, grafici e foto. Il tutto - annotazione per nulla irrilevante - assolutamente gratuitamente: «Lo sport deve essere aperto a tutti - spiegano gli organizzatori - non solo a chi può permetterselo».
«Con questa iniziativa - aggiunge lassessore provinciale allo Sport e allIdroscalo, Irma Dioli - lIdroscalo somiglia sempre più a una palestra a cielo aperto. Lobiettivo è quello di invogliare i milanesi ad avvicinarsi a pratiche sportive poco conosciute e - soprattutto - a rendere piacevole un fine settimana un po fuori dagli schemi».
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