Ghinolfi: «Contro il settore misure assurde e inefficaci»

In un mercato automotive in ginocchio, ecco l’ennesima stangata, pronta ad abbattersi sulle auto aziendali. Un comparto che lo scorso anno ha tenuto a galla le immatricolazioni, segnando un +12%, e che corrisponde tuttora a quasi un terzo degli acquisti di veicoli nuovi. Per recuperare risorse alla riforma del lavoro il governo ha infatti previsto di ridurre la deducibilità dei costi legati all’auto per aziende e professionisti rispettivamente dal 90 al 70% e dal 40 al 27 per cento. «Si tratta - sottolinea Paolo Ghinolfi, presidente dell’Aniasa, l’associazione delle imprese di noleggio - di una misura assurda e per di più inefficace. Non solo perché l’auto è un bene strumentale, un indispensabile mezzo di lavoro per 550mila dipendenti e non invece un mero benefit, ma anche perché peggiora il trattamento fiscale delle autovetture, che rappresentano circa il 7-8% dei costi aziendali, già penalizzante per la competitività delle imprese italiane rispetto ai concorrenti dell’Ue».
In Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania l’Iva è detraibile al 100% e la deducibilità è superiore del 60% se non addirittura illimitata. «Inoltre, si colpisce così l'unico settore, il noleggio di veicoli, che ancora continua ad assumere personale (+3,2% nel 2011), mentre l’occupazione cala nell’intero comparto automotive». Che pure dà lavoro a 1,2 milioni di persone consegnando al Fisco quasi 68 miliardi ogni anno, e che ancora attende un segnale, ancorché minimo, di sostegno. Di fatto, crollate le immatricolazioni dei privati, se anche le aziende dovessero tirare i remi in barca, le proiezioni già nere per il 2012, 1,5 milioni di veicoli a fine anno, andrebbero riviste ulteriormente al ribasso. «Le conseguenze del provvedimento - sostiene Ghinolfi - si annunciano negative per l’Erario e per l’occupazione. E in particolare per 70mila aziende, in gran parte di piccola e media dimensione, che con la locazione dei veicoli riescono a mitigare l’impatto della scomparsa del credito bancario. Oltre il 60% della flotta a noleggio a lungo termine è peraltro formata da vetture con un valore medio di 13mila euro. La nuova stretta non dovrebbe comunque far lievitare i canoni mensili, ma potrebbe rallentare la domanda». In attesa del colpo di grazia al mercato dell’auto, una volta che l’Iva, dopo i forti aumenti dei premi assicurativi, dei pedaggi autostradali e della benzina, ormai a 2 euro al litro (una soglia destinata a restare tale per poco, grazie anche al previsto ulteriore incremento delle accise per finanziare la riforma della Protezione civile) dovesse balzare al 23%. «I tagli prospettati appaiono inoltre in contrasto con lo statuto del contribuente», in cui si dispone che «le leggi e gli atti aventi forza di legge che non hanno un oggetto tributario non possono contenere disposizioni di carattere tributario, fatte salve quelle strettamente inerenti all’oggetto della legge medesima», e dunque non parrebbe legittimo inquadrarli nell’ambito della riforma del lavoro.

«Poiché è evidente - conclude il presidente di Aniasa - che l’uso dell’auto aziendale andrebbe agevolato e non disincentivato, ci stiamo attivando, insieme a tutte le associazioni del settore coinvolte, per far giungere al Parlamento le nostre istanze».

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