Già trasferiti 354 medici e infermieri del S. Giacomo

«Nel centro storico è importante che restino dei letti per l’emergenza e il pronto soccorso». Lo ha ribadito ieri l’immunologo Ferdinando Aiuti, dopo aver illustrato, in Campidoglio, il suo piano di salvataggio per l’ospedale San Giacomo al presidente della regione Piero Marrazzo e al sindaco Gianni Alemanno con Italia Nostra e il comitato «Salviamo il San Giacomo». Il piano di Aiuti prevede che nell’ospedale restino 90 posti letto per «acuti» e gli altri siano riconvertiti in posti letto per lungodegenti e per la riabilitazione specialistica. «Una particolare attenzione - secondo l’immunologo - ci dovrebbe essere per la rianimazione, la dialisi, la nefrologia, l’ortopedia la cardiologia e l’onco-ematologia. Il piano prevede dopo 12 mesi un controllo. Alemanno e Marrazzo sono disponibili a sentire in materia tavoli tecnici. Ci hanno assicurato - ha concluso Aiuti - che dietro a tutta l’operazione non ci sono speculazioni e che il San Giacomo resterà comunque un presidio per i malati». Intanto sono stati avviati a conclusione i processi di mobilità del personale finora operativo. A oggi - spiega una nota della Regione - per oltre l’80% del personale operativo è stata definita la prossima destinazione di lavoro operativa dal primo novembre.

Sono complessivamente 354, i dipendenti del San Giacomo per i quali sono state avviate e si stanno completando le procedure di trasferimento: 214 sono quelli che hanno optato per la mobilità volontaria, altri 140 invece sono trasferiti in equipe.

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