Il giallo di Taranto

TarantoSi scava tra gli amici, si cerca una traccia nella sua vita: quella reale e quella virtuale alimentata con chat e Facebook. E si punta anche sulle mappe satellitari, per tentare di ripercorrere quei dodici minuti e quei cinquecento metri che hanno inghiottito il destino della ragazza: così i carabinieri che indagano sulla scomparsa di Sara Scazzi, 15 anni, sparita nel nulla il 26 agosto scorso mentre andava dalla cugina per poi trascorrere una giornata al mare, tentano di fare luce sul mistero che ha fatto sprofondare nell’angoscia Avetrana, 45 chilometri da Taranto, settemila anime con il fiato sospeso per la sorte di una quindicenne che nelle foto diffuse per le ricerche mostra un sorriso solare e spensierato, ma in realtà è nota come una ragazza introversa, il volto e la voce velate da una forte malinconia. Al punto che – dicono all’istituto alberghiero che frequenta a Maruggio, un paese vicino «spesso in classe scoppiava improvvisamente a piangere».
Per ricostruire quanto accaduto quel giovedì pomeriggio alle 14,30, quando Sara è uscita di casa per raggiungere la cugina, la Procura intende chiedere le mappe satellitari a Google: attraverso gli ingrandimenti potrebbe forse affiorare qualche elemento utile, una traccia, un numero di targa, almeno il colore di un’auto, insomma qualcosa che possa imprimere una svolta in un’inchiesta in cui adesso, nove giorni dopo la scomparsa, viene ipotizzato il reato di sequestro di persona a carico di ignoti.
Le indagini sono concentrate sugli amici, anche quelli contattati in chat. I carabinieri stanno approfondendo inoltre il contesto familiare, e in queste ore sono sotto esame numerosi tabulati telefonici. La quindicenne frequentava coetanei e gruppi di ragazzi più grandi, ma coltivava conoscenze anche on line: i carabinieri hanno scoperto un quarto profilo Facebook che con ogni probabilità gestiva direttamente utilizzando lo psudonimo di «Sarah Buffy», il nome del personaggio di un’ammazzavampiri che compare in una serie televisiva noir americana. Il direttore della biblioteca di Avetrana, Luigi Schiavoni, ha raccontato che la quindicenne si faceva vedere spesso: consultava libri oppure prendeva posto dinanzi a un computer e si collegava con Facebook.
Ieri nella caserma di Avetrana è stato fatto il punto sull’inchiesta. La riunione è stata presieduta dal procuratore di Taranto, Franco Sebastio. «Ci sono ipotesi operative e investigative privilegiate rispetto ad altre, ma questo non significa che trascuriamo ipotesi anche remote», dice il magistrato. Il quale precisa che «già poche decine di minuti dopo la denuncia erano state avviate ricerche e controlli sulle schede e sui tabulati telefonici». Il procuratore mantiene il massimo riserbo ma aggiunge che le indagini si stanno estendendo «mano a mano anche all’esterno della zona di competenza» e conferma che «sono state sentite numerosissime persone». Tra quanti sono stati ascoltati dai carabinieri c’è un ragazzo di 27 anni, uno dei migliori amici della cugina: è rimasto in caserma per nove ore, i militari hanno controllato il suo telefono cellulare, ma non è indagato.
Ad Avetrana sono arrivati da Roma anche i militari del Raggruppamento investigazioni scientifiche dei carabinieri (Racis).

Ieri le ricerche si sono concentrate sul litorale, mentre in campagna vengono controllati casolari e cave e grotte, oltre ai canali paludosi che si aprono improvvisamente in questa fetta di Puglia dove i dubbi si accavallano e le ore sono scandite dall’angoscia.

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