Sulla targa taroccata dellauto di Paola Brianti, consigliera regionale del Pd, si infittiscono le domande. Se la contraffazione del «6» in «8» è indiscutibile, il mistero riguarda il possibile movente della «modifica artigianale». Che la donna non sembra affatto avere.
La consigliera, infatti, ha già un regolare permesso di accesso alla Ztl, intestato al consiglio regionale del Lazio per il «vero» numero di targa della sua Alfa Romeo 147.
La vicenda è cominciata la sera di venerdì, quando alle 18 due agenti della polizia municipale hanno fermato lauto della consigliera in largo delle Terme di Caracalla, «richiamati» proprio da quella modifica a una delle cifre della targa. Il fermo è finito con il sequestro penale del numero di licenza e con il sequestro dellauto, che però è stata contestualmente «affidata» alla stessa Brianti. La donna ha replicato «attaccando» i vigili urbani, e insinuando piuttosto esplicitamente un movente politico. Sostiene, infatti, che gli agenti, in borghese, dopo aver controllato tutto hanno svitato la targa per procedere con il sequestro penale solo dopo che lei aveva mostrato il tesserino della Regione.
Ha anche sostenuto che cera la targa anteriore, non modificata, a «provare» la sua buona fede, così come ha dichiarato di averla appena sottoposta alla revisione obbligatoria (che prevede tra i vari controlli proprio la verifica dei documenti del veicolo, a cominciare, appunto, dalle targhe). Infine la Brianti ha annunciato di voler denunciare gli agenti che lhanno fermata.
Eppure la targa della sua auto non è stata contraffatta negli ultimi tre giorni, ossia successivamente alla revisione. Infatti le telecamere del sistema Iride hanno immortalato il passaggio ai varchi di accesso al centro storico dellauto della consigliera regionale in almeno otto occasioni tra 24 novembre 2008 e 15 gennaio scorso. E nelle immagini, in tutte, spicca quel numero «6» trasformato in «8».
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