nostro inviato a Duisburg
«Vorrei fare un elogio dal profondo del cuore a coloro i quali hanno giocato poco». Marcello Lippi non fa nomi ma i riferimenti sono sulla bocca di tutti, da Oddo a Barone, passando per Inzaghi che ha un gran curriculum sulla schiena ma viene considerato il 24° azzurro del gruppo. «Pur non essendo protagonisti in prima persona, sono partecipi, entusiasti» aggiunge il Ct e qui il pensiero può correre anche ad Alberto Gilardino che ieri, a Düsseldorf, ha festeggiato un compleanno coi fiocchi. Lui è uno dei tanti predestinati, nato il giorno di Italia-Brasile al Sarria di Barcellona, con i tre gol di Pablito Rossi che incorniciarono la leggenda dentro uno stadio piccolo e sgangherato. Gilardino è entrato al posto di Toni sfiancato, allinizio del secondo tempo regolamentare, ha fatto un prodigio strepitoso in apertura di ripresa, si è liberato di un paio di sentinelle tedesche, e si è presentato al cospetto di Lehmann cogliendo il palo basso della porta.
Non si è fermato lì. E quando è venuto il momento di ripartire in contropiede, tre contro due, invece di puntare al gol personale, di accarezzare il proprio egoismo, si è esibito in un assist delizioso per Del Piero, trasformato in un beffardo 2 a 0. Lippi ha parlato per Gilardino e per tutti i Gilardino dItalia sparsi per le piazze e per i campi di periferia.
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