Antonio Lodetti
Agli Arcimboldi di Milano e allAuditorium di Roma si respirava nellaria la voglia di Pink Floyd. David Gilmour con il suo gusto pittorico ha legato presente (il suo nuovo cd On An Island balzato in testa alle hit parade) e passato (i classici della band) in un concerto elegante ed evocativo che ha mandato in sollucchero - con un pizzico di nostalgia - il pubblico delle grandi occasioni. Pochi capelli grigi, fisico appesantito, Gilmour sembra un tranquillo pensionato inglese ma quando maneggia la chitarra è un mago in grado di dribblare con la cura dei suoni e con il furore del rock le malinconie degli anni maturi. La prima parte dello show propone per intero il nuovo album, partendo dallo strumentale dagli echi lisergici Castellorizons. Una serie di acquerelli ora psichedelici ora sinfonici che rendono meglio dal vivo che su disco (lalbum è un po troppo dispersivo), grazie al contributo delle eteree tastiere di Richard Wright (laltro ex Pink Floyd, applauditissimo ed acclamato ma modestamente defilato per non fare ombra al leader), della fantasiosa chitarra dellex Roxy Music Phil Manzanera, al sontuoso sax di Dick Parry (in Dark Side of the Moon).
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