da Parigi
Uno spot televisivo è lo strumento con cui la Francia intende battersi contro un pericolo troppo a lungo sottovalutato: il cosiddetto «gioco del foulard», che persone di età sempre più giovane - bambini e adolescenti - praticano in compagnia allo scopo di mostrare un presunto (e atrocemente stupido) coraggio. Il video destinato alle tv transalpine mostra le foto di venticinque giovanissimi, con la scritta: «Hanno praticato il gioco del foulard. Sono morti per questo, come centinaia d'altri. Dobbiamo mettere fine a questo disastro».
E poi un indirizzo elettronico per chi vuole saperne di più: www.jeudufoulard.com, sito che fa capo all'Apeas, ossia all'Associazione dei genitori di ragazzi che hanno subito incidenti per strangolamento.
La storia sembra incredibile, ma purtroppo è autentica. La signora Catherine Vince, vicepresidente dellApeas, spiega che il macabro gioco consiste nel paralizzare la propria respirazione legandosi il collo con una sciarpa o appunto un foulard. Capita che un adolescente voglia mostrarsi «coraggioso», incaricando un compagno di scuola di stringergli la sciarpa attorno al collo fin quando - all'ultimo momento - alzerà un braccio per indicargli di smettere.
C'è anche chi considera quell'esperienza come una sorta di droga. «La mancata ossigenazione del cervello può procurare una momentanea sensazione di benessere. I ragazzini che l'hanno provata, ci parlano di strani flash luminosi e di una sorta di passaggio tra la vita e la morte». Passaggio che per alcuni è stato tragicamente reale. Secondo l'Apeas, in Francia perdono la vita ogni anno tra i dieci e i quindici ragazzi a causa di quello stupido gioco. Negli ultimi tre mesi si è appurato che il «gioco del foulard» ha fatto quattro vittime: un dodicenne a Evreux (Normandia), un undicenne ad Antony (regione parigina) e due ragazzi di dieci anni: uno a Parigi e l'altro nella zona della Costa azzurra. «Purtroppo - ha dichiarato la signora Vince al quotidiano Le Parisien - queste cifre sono solo la punta dell'iceberg: non esistono statistiche ufficiali e la maggior parte delle morti per strangolamento vengono classificate come suicidio o magari incidente domestico».
I responsabili dell'Apeas si sono chiesti se parlare del «gioco del foulard» sia o no una buona scelta, visto che è possibile provocare una sorta di emulazione tra gli adolescenti. Ma, secondo loro, il pericolo esiste indipendentemente dal fatto che se ne parli o meno. Il silenzio può solo complicare le cose. È chiaro che simili atteggiamenti di sfida o di ricerca irresponsabile di sensazioni forti tradiscono l'esistenza di un malessere profondo, che implica molta comprensione da parte della famiglia e delle istituzioni, a cominciare ovviamente dalla scuola.
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