PadovaPassi, si fa per dire, allalba. Non sarà un chicchirichì naturale a costituire reato, anche se chi viene svegliato dal gallo in questione potrebbe non essere al massimo della felicità. Se però lo stesso gallo si esibisce in gorgheggi foneticamente letali in piena notte, come la mettiamo?
Una coppia di Fontaniva, siamo nellAlta Padovana ai confini con la provincia di Vicenza, ha deciso di adire le vie legali nei confronti dei vicini di casa, proprietari di un pennuto che si intestardiva a esibirsi in acuti notevoli nel cuore delle tenebre. La tesi dellaccusa era semplice: i padroni di quel gallo dovevano essere ritenuti responsabili di disturbo della quiete pubblica.
Ci erano andati giù duro, chiedendo 150mila euro di risarcimento danni. E avevano ottenuto un decreto penale di condanna che sanciva quello che il buon senso dà per scontato: di notte i galli non devono fare chicchirichì. Già, ma lavvocato Paola Porzio, difensore dei proprietari del gallo, ha impugnato il decreto e ha portato tutto lincartamento davanti al giudice penale e, con rito abbreviato, ha ottenuto il ribaltamento del precedente pronunciamento, e cioè lassoluzione.
Il gup del tribunale di Padova, Paola Cameran, ha dovuto analizzare con attenzione tutto il malloppo di documentazione che spiegherebbe e giustificherebbe lanomalo comportamento dellanimale. Già, perché la prima domanda che forse era sfuggita nella fase precedente, è forse la più semplice: perché il gallo canta di notte? È malato? Ha qualche problema nello scambiare la luce con le tenebre?
Di fronte alla richiesta di risarcimento danni di 150mila euro, bisognava approfondire. A cominciare dalle caratteristiche di questo pennuto che, a detta dellavvocato e dei proprietari, è un vero e proprio portento e viene utilizzato come «stallone» da tutti coloro che hanno galline e che vogliono ampliare lallevamento, come testimoniato da diversi utilizzatori. In più, dettaglio decisivo, il gup ha potuto stabilire il motivo per cui questo pennuto canta di notte. La risposta è contenuta nella perizia che analizza il grado di rumorosità del portento: cè un lampione piantato giusto di fronte al pollaio ed è chiaro che questa luce artificiale inganna il gallo, che attacca il suo concerto molto prima del previsto. Quindi non scambia la notte per lalba: per lui quel lampione è lalba.
Detta così, la soluzione parrebbe molto semplice: spostare il lampione o lasciarlo spento per consentire al gallo di fare i suoi concerti seguendo il ritmo della natura. In ogni caso, verificate tutte le testimonianze e considerata questa ultima particolarità, il gup ha assolto il gallo, pardon, i proprietari del gallo, perché il fatto non costituisce reato.
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