Giustizia, l'ultima di Bersani "Non funziona. Colpa del Cav"

Il segretario del Pd: "Il tema della giustizia è totalmente preso in ostaggio dalle guerre berlusconiane. Come partito dobbiamo comunque dirlo chiaramente che non funziona", specialmente quella civile. Poi dà la colpa a Berlusconi: "Da venti anni si parla di riforma della giustizia ma nessuno è riuscito a farla. Perché? Evidentemente al Cavaliere fa comodo che il problema non venga risolto"

Giustizia, l'ultima di Bersani  
"Non funziona. Colpa del Cav"

Milano - La sinistra da sempre è ossessionata da Berlusconi. A parole lo nega dicendo di volersi occupare dei problemi degli italiani - economia e lavoro in primis - in realtà non perde occasione per studiare ogni mossa possibile per mandare a casa il Cavaliere. E se non ci riesce attraverso l'unico mezzo democraticamente ammissibile, le elezioni, vuole farlo mediante altri "strumenti". Ovviamente si guarda bene dall'ammettere questa cosa. "Noi non siamo il partito dei magistrati - dice oggi il segretario del Pd Pierluigi Bersani -.  Siamo anche pronti a disturbarli ma nell’interesse dei cittadini". Il leader dei democratici mette al centro dei programmi del suo partito la riforma della giustizia, sottolineando di volerlo fare non in "salsa berlusconiana". "Questo tema -spiega intervenendo al convegno dei Liberal Pd in corso ad Amelia- è totalmente preso in ostaggio dalle guerre berlusconiane. Come partito dobbiamo comunque dirlo chiaramente che la giustizia non funziona" specialmente quella civile, la cui inefficienza determina anche gravi difficoltà al funzionamento delle imprese.

Il Cav non vuole riformare la giustizia "Ma finchè c’è quell’ingombro - aggiunge riferendosi ancora al premier e alle sue esigenze - non riusciremo a metterci mano. Da venti anni si parla di riforma della giustizia ma nessuno è riuscito a farla. Dobbiamo chiederci perché - si domanda il segretario del Pd - perché a Berlusconi fa comodo che non venga risolto. La stessa cosa avviene con la Lega, che non riesce a risolvere il problema dell’immigrazione. In realtà non gli interessa risolverlo perchè gli fa comodo che ci sia e che possa utilizzarlo politicamente ed elettoralmente".

Non abbassare la guardia Nel corso del suo intervento Bersani ha ammonito che non è il momento di "abbassare la guardia", impegnando il partito in discussioni astratte sui possibili candidati premier di un governo di larghe intese. Il perché lo spiega dicendo: "Tra quindici giorni -afferma riferendosi all’attività parlamentare- siamo di nuovo punto e a capo perchè ci arriva il processo lungo dal Senato e poi le intercettazioni e ancora, la cosiddetta riforma della giustizia. Quindi - conclude - dobbiamo stare attenti a non cercare di fare la sponda al gioco di Berlusconi, dire che il paese sta deragliando, insistere sulla sua vacuità e combattere".

Il pacchetto di riforme di Bersani Il segretario del Pd lancia "un pacchetto di riforme sulla legge elettorale, sulle istituzioni e che spazzino via tutte le leggi ad personam del governo Berlusconi". Ovviamente il dato fondamentale in democrazia, ovvero il consenso degli elettori, non viene neanche preso in considerazione. Evidentemente quello non conta. L'importante è archiviare Berlusconi, toglierlo di mezzo, spazzarlo via. Bersani si sofferma anche sul tema sociale: "Non è più pensabile - sottolinea - che non si metta mano al precariato. Un’ora di lavoro a tempo deve essere pagata di più rispetto ad un’ora di lavoro stabile".

Bersani ha concluso, poi, spiegando che le alleanze future "si possono programmare soltanto dopo il sostegno deciso ad un programma di governo da parte delle varie forze politiche". Dobbiamo ammettere che questo è già un grosso passo in avanti. Ovviamente il primo punto del programma non può essere che questo: mandare via Berlusconi. E' l'ossessione che da anni non dà pace alla sinistra...

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