Q uel che conta, si dice, è il bel gioco. E visto che per la seconda volta (su due partite) il risultato permette di perdersi in dissertazioni tecniche, vale la pena parlarne. Perché a parte il commuovente gol di Zarate («ammazza come mozzica», s'è lasciato sfuggire un cronista di una radio romana) e quello niente male di Pandev («goooool», si è limitato a gridare braccia al cielo) quel che molto ha colpito chi era all'Olimpico è stata per così dire la buona volontà. Per capirci: era almeno un annetto che avendo un solo gol di vantaggio non ci si doveva contorcere lo stomaco a vedere gli avversari attaccare. Insomma, non solo il risultato ma anche l'approccio alla partita lascia davvero ben sperare (non certo allo scudetto, come farebbero altri). Perché a parte una ventina di minuti nel primo tempo e una decina nel secondo, i biancocelesti hanno dato sempre l'impressione di avere in mano il pallino. Peraltro con giocate e fraseggi assolutamente di livello (Zarate e Pandev, ma pure Mauri e Brocchi).
Per i laziali - che alla sofferenza sono abituati - davvero un bel lusso... Con una nota a margine per Carrizo: se l'interpretazione sudamericana del ruolo contro il Cagliari era stata una tragedia, con la Sampdoria è stata maestosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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