da Roma
«I Borboni erano su un altro livello e i paragoni con il conclave di Caserta non reggono perché da quel seminario è giunta al Paese solo la pochezza degli intenti, dei risultati e della cassa». Franz Turchi, componente dellassemblea nazionale di An, è lapidario sugli esiti del vertice governativo liquidato come «la montagna che ha partorito il topolino», un rassemblement inconcludente sia in materia di apertura dei mercati che sul versante pensionistico.
«Il vertice - dice al Giornale - non ha deciso nulla sulle liberalizzazioni. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha addirittura rovesciato il suo ruolo istituzionale, ossia una sorta di primus inter pares e si è rivelato un decisionista avocando la questione a sé e rifiutando listituzione di una cabina di regia». Insomma, su trasporti, energia, pubblica amministrazione tutto è rimasto come prima in quanto ogni discussione è stata bloccata dalla sinistra radicale.
La cosiddetta «dicotomia» tra riformisti ulivisti e conservatori dellultrasinistra non esaurisce il dibattito perché cè sempre un terzo interlocutore di peso con facoltà di veto: il sindacato. «Il governo - sottolinea Turchi - è condannato a fare e a disfare la tela di Penelope. Non potrà conseguire nessun risultato perché raggiungere un obiettivo significa intaccare i privilegi di qualche categoria o di qualche sindacato. E se il sindacato alza la voce e blocca tutto, il nostro Paese sarà sempre condannato allarretratezza».
Eppure, aggiunge, «basterebbe poco» perché alcuni semplici interventi nel comparto dei pubblici esercizi e la semplificazione della burocrazia potrebbero risolvere alcuni problemi delle problemi per le famiglie italiane. «Credo che tutto questo non si farà - si rammarica - e non si coglierà loccasione di godere di 20 miliardi di euro di risorse aggiuntive recuperati grazie alle manovre dellex ministro Tremonti e alla collaborazione dellex vicepremier Fini». Risorse che, secondo lesponente di An, rischiano di perdersi in mille rivoli clientelari.
I diktat di Rifondazione, Pdci e Verdi sullabolizione dello «scalone» e gli altolà alla revisione dei coefficienti di trasformazione non lasciano ben sperare neanche in ambito previdenziale. «Non vedo proposte serie - afferma - ma solo un tentativo di difendere la realtà esistente. Gli interventi di Maroni e di Tremonti per cercare di far partire la previdenza integrativa sono stati importanti, ma oggi come oggi la sinistra massimalista ha bloccato tutto».
Turchi non coltiva speranze nemmeno nella convergenza delle istanze riformiste vagheggiata dal leader Udc Casini. «Primum vivere deinde philosophare (prima vivere e poi far filosofia, ndr). Vogliono scaricare i problemi con la sinistra massimalista sullopposizione. «Noi - conclude - abbiamo proposto una collaborazione mirata sulla Finanziaria e non se nè fatto nulla.
«Governo fermo ma è il sindacato che blocca tutto»
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