da Milano
I cittadini di Roma sono più «ricchi», ma non lo sanno. Secondo lUfficio studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato i dati del ministero dellInterno relativi ai trasferimenti erariali ai Comuni, Roma ha infatti ottenuto dallo Stato l11,4% in più di finanziamenti pubblici rispetto allanno scorso, a fronte di un taglio medio per le altre amministrazioni locali di quasi il 5%. Anche il Comune di Benevento, feudo elettorale del Guardasigilli Clemente Mastella, potrà vantare un aumento del 2,4% rispetto al 2006. I tagli più consistenti si registrano a Milano (-8,1%), Lecco (-9,9%) e Brescia (-10,3%). «I Comuni virtuosi come Milano - denuncia il vicesindaco del capoluogo lombardo, Riccardo De Corato - pagano la buona gestione del bilancio ricevendo meno risorse dallo Stato. È un triste paradosso». Lincremento per Roma, spiegano i curatori dellanalisi, «è dovuto quasi esclusivamente allaumento del fondo per Roma capitale, chiesto a gran voce dal sindaco capitolino Walter Veltroni, che ha ottenuto 296,4 milioni di euro nel 2007 contro i 121,4 milioni previsti nel 2006. Il taglio ai finanziamenti è stato compensato però dal minicondono approvato dalla Finanziaria, che ha «cancellato» le sanzioni per i Comuni che hanno sforato il patto di stabilità interno.
La Cgia di Mestre ha anche calcolato lammontare degli stanziamenti pro capite. Anche in questo caso le differenze non mancano, con il Mezzogiorno a fare la parte del leone. Si va da 589 euro per ogni cittadino di Napoli ai 459 euro destinati a ogni abitante di Messina. A Cosenza spettano 439,4 euro a testa, a Palermo 410 euro, a Catania 389,4 euro. Ai milanesi «solo» 310 euro pro capite. «Il fatto che ci siano molte città del Mezzogiorno nei primissimi posti di questa particolare classifica - spiega il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - è dovuto alla particolare attenzione ai problemi legati alla sicurezza, al degrado urbano e al disagio sociale». Secondo Bortolussi «come avveniva nel passato, si premiano quelle amministrazioni comunali che spendono di più anche se spesso questi soldi non sono utilizzati con oculatezza».
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