
Dal ministero delle Infrastrutture la chiamano l'«operazione verità sugli autovelox». Entro settembre sarà operativa, sul sito istituzionale del ministero guidato da Matteo Salvini, un'applicazione a servizio degli enti locali, che avranno due mesi di tempo per inserire tutti i dati dei loro autovelox. Dovranno indicare per ciascun dispositivo la conformità, la marca e il modello.
La risposta del Mit è arrivata dopo il problema sollevato dal Codacons: l'associazione dei consumatori ipotizzava che a partire dal 18 ottobre tutti gli autovelox installati sulle strade italiane potrebbero essere spenti in virtù di quanto previsto dal decreto Infrastrutture. Un provvedimento varato per garantire una maggiore trasparenza circa l'utilizzo degli apparecchi di rilevazione automatica della velocità, obbligando Comuni, Province e Regioni a censire e comunicare al ministero tutti i velox presenti sui loro territori. Una comunicazione che, secondo il decreto, «è condizione necessaria ai fini del legittimo utilizzo delle apparecchiature»: insomma, tutti gli enti locali che non si adeguassero, si troverebbero nelle condizioni di dover spegnere le macchine. Il Codacons, tuttavia, osservava la mancanza di un decreto attuativo, in mancanza del quale gli enti si sarebbero trovati impossibilitati ad adempiere: ad oggi, infatti, non esiste un modulo digitale per comunicare i dati indispensabili, da mettere a punto entro 30 giorni dall'entrata in vigore della norma avvenuta lo scorso 20 luglio. Il Mit pertanto, pur non fornendo dettagli sul testo il cui arrivo è atteso per il 19 agosto, ha ritenuto di intervenire svelando l'arrivo di un'applicazione dedicata che gli enti potranno utilizzare per comunicare tutte le informazioni richieste: «Si tratta di una straordinaria operazione verità», dicono dal ministero di Salvini (foto), «anche alla luce della totale mancanza di mappature precise degli autovelox». L'obiettivo «è garantire esclusivamente l'efficacia dei dispositivi che aumentano la sicurezza stradale. Non saranno tollerati i dispositivi fuori norma o utili più a fare cassa che a prevenire comportamenti scorretti alla guida».
La questione velox, da sempre contestati e fonte di ricavi in continua crescita per i bilanci comunali, naviga da tempo irrisolta. Il Codacons scrive di un «caos» che «dura oramai da 16 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati».
Tutto questo avviene in un periodo di grande esodo vacanziero e in un contesto italiano dove «oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi».