«Una grande amarezza» E il favorito si fa da parte

«Il futuro è nelle mani dei romani. Io sono sereno». Queste, in sintesi, le parole di Francesco Rutelli domenica mattina. Parole in contrasto con il clima d’incertezza che aleggiava ieri alle 15 nella sede del comitato elettorale del candidato del centrosinistra. Chiuse le urne, la sensazione generale era che il risultato finale sarebbe dipeso da un pugno di voti. Unico sollievo: i dati che davano l’affluenza in deciso calo rispetto al primo turno. La speranza che accomunava molti dei presenti era che ad astenersi fossero stati quelli della parte avversa ma, in assenza di basi concrete, tale aspettativa non bastava a ogni modo ad alleviare la tensione sui loro visi. Occhi puntati, perciò, alle proiezioni. In attesa di capire quale futuro avrebbero scelto i cittadini della Capitale. Senza nessuna certezza in proposito. Però, di certo, l'atmosfera era tutt’altro che serena.
Alla fine ha vinto Alemanno e che a trionfare sarebbe stato lui si è intuito immediatamente. Fin dalle prime proiezioni. Quando, intorno alle 16, lo stacco tra i due contendenti era di 3 punti percentuali. Una distanza apparsa incolmabile già dall’inizio e che ha gettato nello sconforto l’esercito rutelliano. Poi, mano a mano che la forbice si è allargata, lo stato di angosciosa preoccupazione che pervadeva l’ambiente si è fatto sempre più evidente. Tangibile. Per accorgersene era sufficiente dare un’occhiata nel cortile antistante il comitato: tutto a un tratto, il tasso dei fumatori aveva subito una brusca impennata. E più il distacco cresceva più aumentavano i mozziconi di sigaretta. Più si rabbuiavano gli animi dei presenti. Più tetre le loro espressioni. A guardarli avevano la faccia di un pugile suonato. A dispetto di quel pizzico di fiducia riposto pochi istanti prima solo nell’ondata di astensionismo che ha caratterizzato quest’ultima tornata elettorale. E a dispetto di chi fino all'ultimo aveva ipotizzato un testa a testa: alle 17 era già tutto finito. Con 1.080 sezioni scrutinate, le proiezioni a quell’ora non lasciavano spazio a possibili rimonte, attestando a 5 punti percentuali il vantaggio dell’esponente del Pdl. Un abisso nel quale sono precipitati gli uomini del candidato del centrosinistra. Così, nel cortile, oltre alla nicotina, si è incominciato a respirare aria di sconfitta.
Dopodiché è stata la volta di Francesco Rutelli. L’auto dell’ex sindaco ha fatto capolino nel parcheggio poco dopo le 18. Mezz’ora più tardi, in una sala riunioni assiepata da telecamere e taccuini, si è svolta una breve conferenza stampa. Appena tre minuti.

Quanto serviva per ringraziare chi lo aveva sostenuto e per ribadire al suo avversario i migliori auguri. «Dopo tante soddisfazioni - ha proseguito - è arrivata una grande amarezza». Detto questo ha invitato il Pd a riflettere sui propri limiti in materia di sicurezza, attribuendo a tale aspetto parte della disfatta.

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