Grandi opere, il governo scarica la Lombardia

Il presidente: «È una manovra che ci penalizza gravemente»

Sabrina Cottone

Solo parole (e neanche scritte) per le grandi opere di Milano e della Lombardia. «In Finanziaria non c’è una lira» sintetizza Roberto Formigoni, nonostante le dichiarazioni di Antonio Di Pietro. Il ministro delle Infrastrutture ha dedicato un’intera giornata ai colloqui con il presidente della Regione, il sindaco, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia, Filippo Penati. «Troveremo un miliardo di euro per la Pedemontana e i fondi per confermare i finanziamenti stanziati ma non ancora erogati per la metropolitana» ha detto Di Pietro.
Alla fine tutti i partecipanti hanno espresso «gratitudine» al ministro «per l’impegno e la presenza» e anche per la promessa di trasferire almeno in parte alla Regione i poteri di gestione delle gare e dei pedaggi su Pedemontana, Tem e Bre.Be.Mi. Ma i documenti parlano chiaro: i finanziamenti latitano e così anche i primi passi normativi per l’Anas lombarda.
Se la Pedemontana è «una priorità» anche per Di Pietro, con qualche esigua possibilità di ottenere prima o poi qualche fondo, la Tangenziale esterna e la direttissima Milano-Brescia sembrano totalmente senza speranze. «La Finanziaria non è l’ultima legge della Repubblica...» ha ironizzato Formigoni. Un modo per dirottare le speranze sempre più esigue sul maxiemendamento alla manovra e sulle deliberazioni future.
Il presidente della Regione non fa sconti: «Partiamo da una situazione non rosea, cioè da una legge finanziaria che penalizza gravemente la Lombardia, in cui non vengono citate né la Lombardia né Milano, a differenza di altre realtà come Venezia e Roma». La Moratti è sulla stessa lunghezza d’onda: «Proviamo forte delusione per l’assenza di riferimenti alle infrastrutture milanesi in Finanziaria». Per Venezia sono stati stanziati nero su bianco 15 milioni di euro in tre anni. Senza parlare dei 150 milioni in tre anni per Roma Capitale e, sempre in favore di Roma, dei 20 milioni per il nuovo Palazzo dei congressi, 42,5 per la Città dello Sport, 5,3 per il Museo del XXI secolo. «Se è per questo non si parla neanche del Molise» ha scherzato Di Pietro. Una battuta che gli si è ritorta contro, dal momento che anche il Molise ha avuto il suo momento d’oro in Finanziaria, grazie agli stanziamenti per la ricostruzione post-terremoto.
Milano e la Lombardia non hanno ottenuto neppure una menzione. La Moratti e Formigoni hanno portato a casa solo un comune sentire sulle priorità e promesse verbali di impegno da parte di Di Pietro per avere i fondi necessari ai primi lotti della Pedemontana (ovvero la Vimercate-Malpensa e le tangenziali di Como e Varese) e alle tratte della metropolitana milanese i cui finanziamenti erano già stati decisi (e cioè il prolungamento della linea uno fino a Monza Bettola). In più c’è il collegamento stradale De Gasperi-Gattamelata. Ma persino per queste opere il problema sono i fondi che mancano.


Il miliardo promesso da Di Pietro per la Pedemontana in realtà è uno stanziamento che riguarda tutta Italia in quindici anni (considerando le rivalutazioni), nulla a che vedere col miliardo in un anno (su un totale di 2,4 miliardi di competenza dello Stato) che era stata la richiesta «scontata» partita dalla Regione. Per quel che riguarda le metropolitane la situazione è, se possibile, ancora peggiore.

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