Gravina - "Per quanto riguarda i due corpicini, dobbiamo confermare ragionevolmente che si tratta di Ciccio e Tore. Hanno avuto una morte orribile". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, uscendo dalla casa padronale abbandonata in cui sono stati trovati i due cadaveri. Voci che filtrano tra le maglie degli investigatori cominciano a delineare l’ipotesi che i due fratellini possano aver avuto una morte lenta, una morte atroce, peggiore di quella che sarebbe toccata loro se fossero morti a causa della caduta nel pozzo. Da alcuni dati emergerebbe infatti che, per qualche tempo, i bambini possano essere rimasti vivi nella cisterna. I corpi non sono in corrispondenza dell’imboccatura del pozzo, che è larga poco meno di un metro per un metro. Non sono quindi rimasti fermi dopo essere precipitati giù - gettati o caduti - per i 22 metri del cunicolo che dal terrazzo porta alla cisterna sotto l’edificio. I corpi infatti sono entrambi da un lato, a una distanza l’uno dall’altro di una quindicina di metri. Di qui la ricerca - confermata stamane dal questore - di possibili luoghi di accesso alla cisterna diversi dall’imboccatura del cunicolo sul terrazzo.
Posizione fetale I due corpi inoltre sarebbero stati trovati rannicchiati, in posizione fetale. Qualcuno azzarda una descrizione, ma, su questa, nessuna conferma: uno con le mani giunte tra le gambe, l’altro col pollice in bocca. Uno dei due corpi certamente non ha le scarpe ai piedi: sono slacciate e poste in modo ordinato vicino al corpo. La posizione delle scarpe escluderebbe anche che i corpi possano essere stati spostati da una massa d’acqua piovana penetrata nella cisterna - che attualmente è del tutto asciutta - nei due inverni trascorsi dalla scomparsa dei fratellini.
Forse morti per fame e freddo E' probabile che i due bambini siano deceduti a causa del freddo e per fame a prescindere dal fatto che i due ragazzini siano caduti o siano stati scaraventati da qualcuno nella cisterna. Le stesse fonti che avanzano questa ipotesi precisano che i corpi sono mummificati, che sulle teste di entrambi (ridotti a scheletri e ricoperti da muffe) non sono state trovate "grosse lesioni evidenti". Non è al momento possibile dire - si è inoltre saputo - se i due ragazzini abbiano fratture agli arti inferiori (compatibili cioè con la caduta) perché non sono stati spogliati. Gli esami radiologici sui due cadaveri cominceranno nella tarda mattina o nel primo pomeriggio di domani. Poi sarà eseguita l’autopsia dai medici legali nominati della procura, Francesco Introna e Vito Romano. All’esame parteciperà anche il medico legale nominato dal difensore di Filippo Pappalardi.
Il questore e le accuse "Mi sento di escludere categoricamente la caduta accidentale dentro il pozzo dei due bambini". È sicuro quando parla il questore di Bari, Enzo Speranza, che è appena giunto sul luogo del ritrovamento dei due corpi. Lo stesso questore ha poi aggiunto: "Stiamo verificando questa mattina cosa c’è all’interno del pozzo, perché come tutti sapete sotto l’abitato di Gravina c’è un’altra città". Lo stesso massimo responsabile della questura barese ha poi precisato che "i due corpi sono a distanza di circa sette metri l’uno dall’altro e non si vedono dalla superfice. Stiamo anche verificando - ha proseguito Speranza - se all’interno del fosso si possa accedere anche da altre vie".
La madre "Non mi muovo di qua, ho diritto almeno di vederli da morti visto che me li hanno strappati in vita" rispondendo ai giornalisti la mamma dei due fratellini scomparsi, Rosa Carlucci, mostra il suo dolore con frasi smozzicate. La donna, giunta ieri sera al pozzo, ha trascorso a Gravina tutta la notte: stamane sta dinanzi alla casa e dice: "Non c’è più neanche la mia vita". Poi ricorda che dopo la morte dei figli aveva fatto un sogno nel quale aveva visto i suoi figli precipitare in un baratro. Con alcuni giornalisti aveva anche girato per il centro storico di Gravina alla ricerca di un pozzo dove potessero trovarsi i ragazzini, ma invano. La donna ha detto che si tratta di questioni che valuteranno gli inquirenti. "Ho molta fiducia in quello che stanno facendo. Spero - ha continuato - che arrivino a una vera giustizia". Ma ritiene che il suo ex marito Filippo Pappalardi sia coinvolto nella morte dei bambini se sono i loro corpi quelli nella cisterna? "Non saprei" ha risposto.
Il padre "Ma perché non hanno mai cercato in quel pozzo i miei bambini?". Filippo Pappalardi, il padre di Francesco e Salvatore, nel carcere di Velletri dove è recluso si rammarica del fatto che Ciccio e Tore siano stati ritrovati "così tardi". Ma non versa una lacrima. Nella cella continua a ripetere: "Se c’è un Dio, scopriranno la verità". A raccogliere il rammarico di Pappalardi, il direttore dell’istituto penitenziario di Velletri dove l’uomo è stato trasferito da poco.
"Il padre dei due ragazzini è in situazione di stress - racconta Giuseppe Macovech -. Ma per ora non si è abbandonato a comportamenti irrazionali, non una lacrima nemmeno dopo la notizia del ritrovamento dei corpicini appreso dalla tv".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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