Per la prima volta nel dopocrisi l'occupazione aumenta in maniera abbastanza consistente, superando la soglia delle centomila unità. Nei primi tre mesi di quest'anno, infatti, gli occupati sono aumentati dello 0,5% - ovvero 116 mila unità - rispetto allo stesso trimestre del 2010. Ma se guardiamo ai dati diseggregati, forniti dalla Cisl, c'è una sorpresa: il miglioramento è dovuto esclusivamente alla componente femminile. Infatti, a fronte di un nuovo calo su base annua dell'occupazione maschile (-0,5%, pari a meno 62 mila unità), quella femminile segnala un aumento sostenuto (più 1,9%, pari a 178 mila unità). In sostanza, è grazie alle donne che i dati sull'occupazione sono meno neri di quelli rilevati fino a qualche tempo fa.
Ma c'è anche un altro fenomeno, pealtro non nuovo, da segnalare: l'aumento complessivo degli occupati - il primo dopo dieci trimestri consecutivi di flessione - è il risultato netto di un calo dell'occupazione di lavoratori italiani (meno 160 mila unità) e di un aumento consistente di quella straniera (più 276mila unità). Se facciamo due iù due, è possibile che l'aumento degli occupati sia dovuto, almeno in buona parte, all'incremento delle lavoratrici domestiche e delle badanti straniere. É infatti il settore terziario che fa registrare la performance migliore, con un aumento di 140 mila unità. Si tratta di nuovi posti di lavoro che si concentrano nella ristorazione, nei call center, e soprattutto, conferma la Cisl, «nei servizi domestici e di cura alle famiglie».
Complessivamente, l'incremento degli occupati è modesto nel Centro-Sud, variando da uno 0,2 a uno 0,3%; mentre al Nord l'occupazione è cresciuta dello 0,7%, ovvero 87 mila unità. Dopo una caduta durata oltre tre anni, manifesta un moderato recupero anche l'occupazione nel settore industriale (più 70 mila nità), ma continua invece la tendenza negativa nel settore delle costruzioni (meno 103 mila unità).
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