Le parole controcorrente di due giornalisti laici - Giuliano Ferrara e Mario Giordano - uscite nei giorni scorsi a proposito dellaborto sono la dimostrazione che, come titolava un vecchio romanzo sudamericano, «i morti sono sempre meno docili», mentre i distinguo allestiti per ricacciarli nelloblio sono sempre più contorti, macchinosi. Ma la scienza non aveva messo la parola fine alla discussione? Lumanità non si era lasciata alle spalle le vecchie superstizioni?, non aveva compiuto il suo passo irreversibile verso la sua maggiore età? Invece ecco: i morti si agitano e continuano a domandare, e a Natale, anziché fare i bravi, sono più indocili che mai.
Perché noi viviamo nella storia, e nella storia la parola fine non viene detta mai. Nel bene come nel male. Venticinque, trentanni fa molti pensavano alla storia come a una scienza. Nel 1981 chi si schierava contro laborto si sentiva dire che la sua posizione era antiscientifica. Oggi nessuno lo dice più, però le conseguenze di quella sciocchezza si continuano a scontare. Giustamente, perciò, qualcuno deve cominciare a dire che quella era una sciocchezza. E fa piacere che siano parole laiche, parole che non devono chiamare in causa il cattolicesimo.
Infatti il problema dellaborto non è un problema cattolico, relativo cioè a quella minoranza di persone che pensano che la vita umana sia sacra. È invece un problema di ragione, un problema - dunque - culturale, che riguarda tutti indistintamente. Anchio, come Giordano, ho visto per la prima volta i miei figli disegnarsi nettamente nel fluido un po magmatico dellecografia. E quando li ho visti ho pensato che erano lì, certo, ma che esistevano anche prima che li vedessi, prima che fosse possibile individuarli mediante lecografia. La visibilità mi rimandava a un «prima»: per diverse settimane quei corpi erano esistiti senza dare nessun segnale visibile.
Noi tutti (favorevoli o contrari che siamo) apparteniamo a una cultura che, viceversa, ha identificato la realtà con ciò che è visibile. Questo ha premesso di pensare alla realtà come a una cosa prevedibile, controllabile, riducibile a legge naturale (in questo senso Auschwitz è la conseguenza perfetta dello scientismo). Eliminando ogni traccia di mistero.
Credete pure in Dio, nei santi e nei miracoli: ma a patto che siano affari vostri. Così parla luomo moderno e tollerante. Invece i giochi si riaprono, si riapriranno comunque, almeno fino al giorno in cui lartificiale non avrà sostituito completamente la natura.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.