Si definisce «un prodotto di esportazione». Ma ricorda: «In Liguria sono cresciuto, ho fatto il consigliere comunale e regionale, lassessore regionale e da eletto in Liguria sono diventato sottosegretario». Luigi Grillo, senatore del Pdl in corsa per il settimo mandato, correrà per la seconda volta fuori regione: nel 2006 «emigrò» in Lombardia, ora è il nono della lista per il Senato della Puglia. «E ne sono onorato - spiega - Fra le regioni del sud è la più dinamica. Ci vado volentieri».
Che cosa dice ai liguri che per la seconda volta non potranno votarla?
«Questa legge elettorale impedisce di avere un riscontro sul territorio, per questo sono costretto a fare il prodotto da esportazione. Sapendo che, mi hanno detto i vertici del Pdl, darò il mio contributo in campagna elettorale anche in Liguria. E il giorno dopo il voto tornerò a operare in Liguria».
La vedremo agli appuntamenti clou, dunque.
«Già sabato. Mi dividerò fra Puglia e Liguria, mi aspetta un po di lavoro in più, dovrò sdoppiarmi».
La legge elettorale è da cambiare?
«La legge è questa, dare giudizi non serve. Ero fra quelli che lhanno votata perché garantiva stabilità alla Camera e al Senato, poi è stata corretta, il premio di maggioranza cè solo alla Camera».
A proposito di Camera e Senato, come andrà il Pdl in Liguria?
«Le liste sono coerenti, le quattro province sono ben rappresentate. A differenza del Pd, che lascia scoperto il ponete ligure al Senato».
E i nomi? Lha colpita di più Musso capolista al Senato o il passo indietro di Renata Oliveri per spirito di squadra?
«Sono fra quelli che avrebbero voluto una donna capolista al Senato. La Oliveri è una risorsa preziosa, mi rincresce non sia in corsa. Anche Musso gode di grande credibilità. I nomi in lista sono tutti validi».
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