«Il guaio è l’accento Ma negli anni siete migliorati»

Tim Parks, ormai, è quasi italiano. Lo scrittore inglese vive nel nostro Paese dall’81, insegna traduzione letteraria all’università Iulm di Milano, ha tradotto in inglese Calvino e Moravia. Lavora a Verona, la città di Romeo e Giulietta. Ora è in California, a Berkeley, dove tiene lezioni sulla letteratura italiana.
Come mai gli italiani non sanno l’inglese?
«La qualità dell’insegnamento e la motivazione di chi impara sono sempre i due fattori più importanti. Nei miei quasi trent’anni in Italia ho notato un netto miglioramento nell’inglese degli studenti all’università».
Suggerimenti per chi impara la sua lingua?
«Entusiasmo e applicazione. Non c’è altra via».
Gli errori più comuni degli italiani quando parlano inglese?
«L’accento e la pronuncia sono l’ostacolo maggiore, anche per me. Quando hai acquisito lessico e grammatica tendi a tornare alla cantilena della lingua madre».
È più difficile imparare l’inglese o l’italiano?
«È ovvio che, con le sue poche inflessioni, l’inglese possa sembrare facile all’inizio. Poi però, con le infinite eccezioni ad ogni regola e la sua ortografia bizzarra, diventa difficilissimo».
Qual è la difficoltà maggiore quando traduce dall’italiano all’inglese?
«Farmi pagare... Scrivere in un buon inglese.

Ripensare tutto in modo che non suoni come una traduzione».
Si può imparare l’inglese anche da adulti?
«Dipende molto dal singolo. Ma dopo i 30 anni diventa ancora più importante passare un periodo in un Paese anglosassone».

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