"Eroe dell'Operazione Z". Scholz nel mirino della Wagner

Il cancelliere tedesco Scholz è stato definito dal gruppo Wagner "eroe dell'operazione speciale" per aver frenato sui carri a Kiev. Ma è una bufala dare colpe al cancelliere tedesco: la Germania sta aiutando nei limiti del possibile

"Eroe dell'Operazione Z". Scholz nel mirino della Wagner

Il gruppo Wagner prova a strumentalizzare la comprensibile prudenza tedesca sull'escalation militare degli aiuti all'Ucraina. Nella giornata odierna GreyZone, uno dei canali Telegram vicini all'esercito privato dell'oligarca Prigozhin, ha postato una foto del cancelliere tedesco Olaf Scholz facendo riferimento al capo del governo di Berlino come a uno degli "eroi dell'operazione speciale", il nome colloquiale con cui in Russia è chiamata la presunta "operazione speciale in Ucraina". Perifrasi, chiaramente, per la guerra d'aggressione iniziata il 24 febbraio scorso.

La polemica e il giudizio su Berlino che unisce ultrà russi e atlantisti

Wagner ha preso posizione su Scholz alludendo alla resistenza di Berlino a inviare i tank Leopard 2 tedeschi in Ucraina. Una resistenza, lo abbiamo sottolineato su Inside Over, dovuta tanto al fatto che i Leopard 2 sono molto diffusi negli eserciti europei quanto alla necessità di non sguarnire l'esercito intento a un piano di riarmo compreso tra i 70 e i 100 miliardi di euro.

Inoltre, l'industria tedesca si è detta pronta a fornire a Kiev, via Rheinmetall, i carri armati, ma non a costo zero ed entro il 2024. La Germania sta sicuramente impegnandosi a fondo, nei limiti del possibile, nel sostegno all'Ucraina. Ma c'è un punto su cui ultrà atlantici ed estremisti russi pro-invasione concordano: ed è la retorica secondo cui la Germania danneggi la resistenza ucraina.

Così Wagner strumentalizza le mosse di Scholz

GreyZone ha ripreso una citazione delle parole pronunciateieri dal ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius: "I Paesi che appoggiano l'Ucraina non sono riusciti a convenire su una posizione unica sulle forniture di carri armati a Kiev", indicandola come una prova del fatto che il problema sia tutto della Germania.

Ma i Wagner ovviamente sanno bene che il punto sulle forniture di carri non riguarda solo la Germania, ma anche gli Stati Uniti, tanto che Berlino ha dato il via libera alla cessione dei Leopard 2 se e solo se anche Washington darà i suoi Main battle tank, gli Abrams. E la Nbc dà conto della fronda tra numerosi militari Usa sulla cessione dei tank a Kiev. Nessuno, dal gruppo Wagner, dà però del "fiancheggiatore", come detto da GreyZone nel messaggio che ha fatto così scalpore, agli ufficiali Usa che predicano prudenza.

La realtà dei fatti è che gli ucraini avrebbero bisogno di un attento addestramento prima di ricevere i Leopard 2 e poterli usare in combattimento e il rischio di furto tecnologico da parte dei russi e di perdite immani, in cambio di un finto senso di sicurezza, non vale il rischio di un'escalation militare.

L'obiettivo di Wagner

Quello che Wagner vuole fare è, a colpi di bufale, seminare la discordia nel campo occidentale e puntare sull'anello debole della catena, quella Germania che, peraltro, potrebbe essere per la Russia il partner ideale per colloqui di pace coinvolgenti l'Europa.

Aprire una faglia tra Berlino e il resto dell'Unione Europea e della Nato è funzionale a creare la discordia che serve a Wagner, vitalizzata dalla guerra e pressoché inscrutinabile anche dal Cremlino, per prosperare nel clima di mobilitazione e conflitto che domina in Russia. Una mossa pericolosa.

A cui molti critici della Russia, non privi di ragioni nella loro denuncia delle minacce del Cremlino, sono cascati. Delegittimando così la stessa unità del campo occidentale dando visibilità alle bufale di GreyZone, targate Wagner.

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