Sudafrica 2010

La guida completa a Sudafrica 2010

Otto gruppi, 64 partite. La rassegna dei grandi infortunati alla vigilia e delle superstar Messi, Kakà, Cristiano Ronaldo e Rooney. La prima edizione africana e in cui l'Italia campione in carica non parte tra le favorite. L'analisi dei gironi, le tattiche, le stelle e i segreti

La guida completa a Sudafrica 2010

Johannesburg - Il Mondiale degli infortuni a raffica alla vigilia. Quello dei campioni in carica che partono meno favoriti delle squadre africane padrone di casa, ma che un titolo non l'hanno vinto mai. Quello delle grandissime stelle planetarie: Messi, Cristiano Ronaldo, Kakà, Rooney, Eto'o, Sneijder, Fernando Torres. Quello degli allenatori che sembrano santoni: Lippi, Capello, Dunga, Maradona, Eriksson, Domenech, Tabarez, Parreira, Hitzfeld, Del Bosque, Le Guen, Rehhagel. Quello delle sorprese e delle prime volte: Corea del Nord, Nuova Zelanda, Slovenia, Slovacchia, Honduras. Un Mondiale giocato in altura. Il primo in Africa. Sudafrica 2010 è tutte queste cose insieme. E tante altre che si sveleranno solo durante il mese della Coppa. Dall'11 all'11. Si parte con gli 8 gironi.

Girone A Il gruppo dei padroni di casa, della Francia e due "americane" che, verosimilmente si giocheranno il secondo ticket che vale il passaggio agli ottavi. Il Sudafrica di Parreira (campione con il Brasile nel '94) sembra troppo inesperto e involuto per riuscire a passare il turno anche se l'entusiamo nel Paese è alle stelle e si chiede ai Bafana Bafana di ripetere il miracolo degli Springboks nel '95 nella Coppa del Mondo di rugby (la vincenda raccontata in Invictus da Clint Eastwood). Pienaar spesso predica calcio in un deserto tecnico. La Francia appoggiata sul Mondiale dalla mano di Henry sembra in crisi. Domenech, all'ultimo giro di giostra, prosegue con le sue mattane storiche (convocazioni e formazione in base all'oroscopo). Benzema è rimasto a casa insieme a Ben Arfa e Nasri: tutta la nouvelle vague del calcio transalpino. Gallas è furioso perché il capitano è Evra. E Gourcuff parla solo con Toulalan. Insomma la miscela è esplosiva. Sembrano da corsa invece Uruguay e Messico. La Celeste s'è qualificata a fatica, ma davanti Forlan e Suarez sono due macchine da gol. Il centrocampo (con il napoletano Gargano) non è lucidissimo. E la difesa, come in tutte le squadre di Tabarez, è abituata a ballare tanghi ogni sera. In porta c'è il laziale Muslera: non proprio una garanzia. Il Messico è in buona forma e sembra pericoloso. Ai veterani (Blanco, Marquez, Franco) ha aggiunto la pattuglia di giovanotti campioni del mondo under 17 nel 2005. Dos Santos e Vela su tutti: micidiali sulle ali.

Girone B El Diego si coccola i suoi fenomeni, quasi certo del primo posto. L'Argentina, nonostante una qualificazione da infarto, appare attrezzata nonostante le scelte bizzarre del ct. Fuori Zanetti e Cambiasso, Maradona insiste con il suo amico Veron a centrocampo e solo alla fine s'è convinto su Milito, che parte in panca. Davanti trio delle meraviglie con Messi, Higuain e Tevez. Anche se la Pulce in Nazionale ancora non s'è espressa ai suoi livelli. Dietro tre centraloni solidi come Demichelis, Samuel e Heinze. In mezzo la duttilità di Jonas Gutierrez. La Seleccion è una possibile finalista. Il secondo posto sembra affare tra Grecia e Nigeria. Gli ellenici del vecchio volpone Rehhagel sono sempre gli stessi da anni. Catenaccio e qualche invenzione di Karagounis e Katsouranis in mezzo. Alla seconda partecipazione mondiale si cerca ancora la prima rete della storia: si spera in Gekas e Charisteas. Le Super Aquile invece sembrano più attrezzate. L'ex ct svedese Lagerbaek punta forte su Oba Oba Martins affiancato dal gigante della Lokomotiv Mosca Odemwingie. A centrocampo però peserà molto l'assenza di Obi Mikel, tradito dal ginocchio infortunato a fine stagione. La Corea del Sud, che sembra condannata a un'esclusione al primo turno, è nei piedi di Park Ji Sung (del Manchester United) e di Park Chu Young (del Monaco). Ma in panchina non c'è più il genio Hiddink che portò gli asicatici in semifinale nell'edizione di casa.

Girone C Tutti contro l'Inghilterra del Sergeant Capello. Rooney, in tutta la sua potenza, guida l'11 della Rosa. Alle sue spalle un duo di centrocampisti offensivi capace di tener testa al reparto maravilla spagnolo: Lampard e Gerrard. Qualche problema dietro causa l'infortunio all'ultimo di Rio Ferdinand. Ma King, che dovrebbe essere il sostituto, è reduce da una stagione sublime con il Tottenham. Dietro è bagarre per il secondo posto. Gli Usa dopo il secondo posto nella Confederations Cup l'anno scorso sono in pole position. Il ct Bradley, che ha convocato suo figlio Michael e lo schiera anche titolare, può contare su un gruppo solido. Dempsey e Donovan pungono e Altidore finalizza. La difesa, guidata da Bocanegra, è massiccia e fisica. In porta Howard è una certezza. Possibili sorprese Slovenia e Algeria. Gli europei, eliminata la Russia ai playoff, non hanno stelle, ma due leader di scuola italiana. Handanovic, portiere dell'Udinese, e l'attaccante Dedic, cresciuto nel Parma. I maghrebini, giustizieri dell'Egitto nello spareggio-guerra, hanno dato le chiavi della cassa a Ziani, fantasista pieno di colpi geniali del Wolfsburg, e al senese Ghezzal, bomber nato nelle banlieu di Lione in Nazionale dal 2008.

Girone D Le statistiche Fifa dicono sia il raggruppamento più agevole. Il pallone dice un'altra cosa. La Germania su tutte, d'accordo. Ma Australia, Ghana e Serbia sembrano di buon livello. I tedeschi, perso Ballack per un infortunio, puntano sull'asse del Bayern campione di Germania e finalista di Champions. Lahm dietro. Schweinsteiger e Mueller in mezzo, Klose davanti. Curiosità: sulla fascia gioca Jerome Boateng, madre tedesca e padre ghanese. Suo fratello Kevin Prince, invece, ha scelto il Ghana. E pure lui sarà al Mondiale e si sfideranno in campo. Le Black Stars, perso il faro Essien, puntano sulla "scuola" italiana. Davanti l'ex udinese Asamoah Gyan. Alle sue spalle uno che in Friuli c'è rimasto come Asamoah che affianca Muntari e Appiah. Dovranno vedersela con fantasia, malizia e qualità della Serbia di Dejan Stankovic. L'interista timona una formazione temibile che conta su elementi di qualità come il possibile futuro juventino Krasic, il red devil Vidic, Ivanovic del Chelsea. Davanti la boa è il gigante Zigic. Tanto entusiasmo per i Socceroos australiani. Nonostante i dubbi su The Jewel Kewell (è mezzo rotto) la squadra è collaudata. In porta l'espertissimo Schwarzer (Fulham), dietro i leader sono Chipperfield e Neill. Il centrocampo è quello del 2006 con Culina e Grella (ex Parma ed Empoli) mediani. Bresciano (Palermo) ed Emerton sulle fasce, Cahill, trascinatore talentuoso, a suggerire e inserirsi.

Girone E Olanda o Camerun? Con la Danimarca di rincorsa. Gli Orange davanti fanno paura. Nonostante le complicazioni che costringeranno Robben a guardare la prima fase, i nomi e il mix sono super. Kuyt, Sneijder, Van Der Vaart e Van Persie. Con Van Bommel diga d'esperienza in mezzo. La difesa è fragile (Boulahrouz e Mathijsen) e un po' datata (Van Bronckhorst). I Leoni indomabili hanno qualche problema "tribale" nello spogliatoio, che ne ha limitato i risultati alla Coppa d'Africa, ma il collettivo è da brividi. Kameni è il miglior portiere africano. La difesa con Geremi, Bassong e Assou-Ekoto è da big europea. A centrocampo attenzione a Makoun (Lione) e Alexander Song (nipote di Rigobert). In attacco basta un nome, Samuel Eto'o. Discreta, ma poco fantasiosa la Danimarca. Dietro Agger (Liverpool) e gli italiani Kjaer e Kroldrup assicurano protezione. A centrocampo ringhiano due Poulsen (uno è lo juventino). Davanti brilla Bendtner (Arsenal) assistito dai "vecchi" Jorgensen e Tomasson. Il Giappone, dopo il ritiro di Nakata, si affida all'estro di Nakamura (l'ex reggino) e di Honda (Cska Mosca). Ma è il gruppo a non impressionare.

Gruppo F Nell'Italia credono in pochi. Pirlo e Camoranesi, fondamentali per il gioco di Lippi, zoppicano ancora. Capitan Cannavaro ha cuore e testa, ma il fisico è appesantito. Zambrotta sembra arrivare in Sudafrica con la lingua a penzoloni. I giovani proposti non sembrano essere dei "crack". Chiellini però è già affidabile. Maggio ha corsa e tiro. Gilardino vede la porta come pochi. Di Natale ha sfiorato la scarpa d'oro. E De Rossi come diga vale molto. In più Lippi è più noto come motivatore che come tattico. I dubbi restano, ma almeno il passaggio del turno non dovrebbe essere in discussione. Seconda forza del girone dovrebbe essere il Paraguay. I sudamericani, avversari degli azzurri all'esordio, contano sul potente trio d'attacco. Fuori per la pallottola in testa il bomber Cabanas, ci sono Santa Cruz (Manchester City), Cardozo (Benfica) e Barrios (Borussia Dortmund). Il resto del gruppo è solido, ma senza stelle. La Slovenia ha dalla sua la forza dell'entusiasmo e della gioventù. Capitano è il napoletano Hamsik. E anche qui il ct Weiss convoca e schiera titolare il figlio Vladimier, ala del Manchester City. La difesa è guidata dall'uomo quasi senza vocali, Skrtel, del Liverpool. Davanti speranze in Vittek. Pochissime chance, anche di centrare il primo punto al Mondiale, per gli all blacks neozelandesi. Il capitano e leader è il difensore centrale Ryan Nelsen (Blackburn). Davanti gli altri "inglesi" Fallon (Plymouth) e Killen (Middlesbrough).

Girone G Un gruppo che parla portoghese con Brasile e Portogallo. I verdeoro sono i favoriti. Anche se Dunga punta più sulla difesa blindata che sul futbol bailado della tradizione. Pato, Ronaldhino e Adriano saranno solo spettatori. Kakà è un mistero dopo una stagione a singhiozzo. Ma la Seleçao è comunque super. Julio Cesar, Lucio e Maicon vogliono continuare a vincere dopo il triplete. Altra certezza il romanista Juan. A centrocampo cerca riscatto Felipe Melo al fianco di Gilberto Silva. Sulla fascia corre Elano. Davanti meraviglie attese da Robinho e Luis Fabiano. I lusitani rispondono con Cristiano Ronaldo, tanto basti. Nani deve rinunciare per infortunio, ma Queiroz può contare su Simao, Liedson e Danny. Dietro garanzie da Carvalho, Bruno Alves e Pepe. Il volante è sempre Deco. A causa anche dell'infortunio di Drogba scendono le chance della Costa d'Avorio. Ma il gruppo di Eriksson è comunque di valore. I fratelli Touré, Kolo dietro e Yayà a centrocampo, Eboué e Zokora tandem a destra, l'altro Chelsea Kalou davanti. Il materiale umano è più che discreto. Probabilmente condannata a tre sconfitte la Corea del Nord. Ma tanto il dittatore Kim Il Jong non le farà mai trasmettere dalla tv nazionale e dunque a Pyongyang nessuno lo saprà. Solo vittorie per il regime. La Nazionale è ultima nel ranking Fifa, guidata da uno dei pochissimi che gioca all'estero: il fantasista mignon Hong Yong Jo, punto di forza del Rostov. Attenzione alla difesa. E' d'acciaio.

Girone H Le furie rosse per bissare l'Europeo. Del Bosque è costretto a scegliere chi lasciar fuori sia in mezzo sia davanti. Iniesta, Fabregas, Xavi e Xabi Alonso si giocano tre maglie nel modulo con Busquets tergicristallo davanti alla difesa. In attacco Villa e Torres, ma uno dei due rischia se il tecnico sceglierà di giocare con una sola punta. Dietro solo certezze di granito con Casillas, Puyol e Piqué. Forse poca spinta da Sergio Ramos e Capdevila. Secondo biglietto-qualificazione in ballo tra Svizzera e Cile. I sudamericani puntano sul calcio champagne del ct Bielsa che punta sul 3-3-1-3. In mezzo il reggino Carmona. Davanti un fantasista e tre punte da urlo. Matias Fernandez a ispirare. Mark Gonazlez e l'udinese Sanchez larghi a pungere. Suazo a segnare valanghe di gol. Ma il Chupete è infortunato e non giocherà immediatamente. I rossocrociati dell'ex Bayern Hitzfeld sono solidi, ma grigi. Davanti Frei e Nkufo faticano a segnare. In mezzo l'udinese Inler con l'ex laziale Behrami e la garanzia Barnetta. Dietro il doriano Ziegler e il laziale Lichsteiner sulle fasce, l'ex milanista Senderos al centro. Quella che dovrebbe essere la comparsa è l'Honduras. Ma qualche pericolo i centramericani possono crearlo. La difesa è solida, sulla sinistra l'inglese Figueroa (Wigam). Il centrocampo ha qualità con gli italiani Alvarez (Bari, detto Alvaretto) e Leon (Torino). Il fantasista è Palacios (Tottenham).

Davanti l'opportunismo dell'interista Suazo e tutta l'esperienza della vecchia volpe Pavon.

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