Guillaume Repin & C.

Si tratta di un gruppo di novantanove cattolici conosciuti anche come «martiri di Angers», diocesi nella quale i giacobini massacrarono almeno tremila persone. Nel 1792 la Convenzione nazionale aveva votato il giuramento detto «liberté-fraternité-égalité» e l’aveva dichiarato obbligatorio per tutti gli impiegati dello Stato. Anche i preti erano stati equiparati a questi ultimi. Per essersi rifiutati di giurare, centosettantasette cittadini di Angers vennero ghigliottinati sulla pubblica piazza tra il 30 ottobre 1793 e il 14 ottobre 1794. Dal 12 gennaio al 16 aprile del 1794 duemila persone furono fucilate nello stesso luogo. Si era scoperto che, con l’acciaio di allora, la lama della ghigliottina perdeva presto il filo; così, per far prima, dato l’ingente numero di giustiziandi, si preferì far ricorso alle più spicce pallottole, che avevano anche il vantaggio di costare meno del boia. Le vittime furono sepolte in dodici fosse comuni che non vennero più ritrovate. Ma gli scrupolosi funzionari giacobini facevano doppia copia dei documenti dei loro atti. In tal modo si è potuto ricostruire la motivazione esclusivamente religiosa che fu causa della condanna dei novantanove martiri di oggi. Si trattava innanzitutto di dodici preti di Angers, il più anziano dei quali, l’abbé Guillaume Repin, aveva ottantacinque anni.

Poi c’erano tre suore, due delle quali vincenziane (le Sorelle della Carità, dal copricapo ad ala di cigno). Dei restanti ottantaquattro, tutti laici, ben ottanta erano donne. Dieci di queste non erano che ragazzine. Si noti che di «aristocratiche» ce n’erano solo tre.

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