Politica

«Ha mancato di rispetto ai caduti ma non facciamone un mostro»

Tommaso Sodano (Prc), ex compagno di partito: scelta di pessimo gusto che ha mortificato i parenti

da Roma

Il senatore Tommaso Sodano, di Rifondazione comunista, conosce da anni il sindaco di Marano, Mauro Bertini. È stato suo compagno di partito, restando anche dopo lo «strappo» dei cossuttiani del ’98. La scelta di abbandonare Prc risale invece al gennaio 2004, determinata da scelte di politica locale. «Non facciamone un mostro, non è una cattiva persona», raccomanda Sodano. Non si sentono da tempo, né tanto meno dopo le dichiarazioni dell’altro giorno. «I rapporti personali sono rimasti buoni, quelli politici inesistenti... ».
Senatore, lei non mostra indulgenze verso il comportamento del sindaco di Marano di Napoli...
«È una grave caduta di stile... ».
Dove ha sbagliato?
«Direi soprattutto a fare una contrapposizione priva di senso tra storie lontane: i giovani morti di Nassirya, il presidente Arafat».
Il sindaco sta con il palestinese...
«... non dimentichiamo che il presidente palestinese è stato Nobel della pace. Ha vissuto per il suo popolo, gli ha dato dignità, ha lottato per risolvere la grande ingiustizia di cui quel popolo è vittima. Grazie a lui si sono fatti passi avanti, anche se ancora oggi la questione palestinese attende soluzione. Ma che c’entra tutto questo con i nostri poveri morti di Nassirya?».
Il sindaco sostiene di essere contro la missione italiana in Irak e dunque che i carabinieri non sono morti da eroi, bensì da semplici lavoratori.
«Seconda caduta di stile. Se anche fosse così, non trovo corretto parlare in tal modo di persone morte. Poco c’entra essere contrari alla missione in Irak. Anch’io lo sono, anch’io considero sbagliato l’intervento italiano in Irak, che ha ben poco a che vedere con una missione di pace. D’accordo: bisognerà ritirare le truppe, ma questo non attiene in alcun modo alla valutazione che doveva fare il sindaco sul nome della strada... ».
Insomma, ha proprio esagerato.
«Lo conosco: quando parla si appassiona, si innamora delle cose che sta dicendo. La foga l’ha tradito, portandolo a un enorme errore di valutazione: una cosa sono i “body guard” assoldati dalle agenzie private, un’altra i militari di un esercito di professionisti. Se di fronte alla morte ci deve guidare sempre un sentimento di pietà, nel caso dei carabinieri che rappresentano lo Stato italiano, un sentimento di rispetto è giusto e doveroso».
Il sindaco ha provato a scusarsi.
«Ho letto, ha cercato di recuperare almeno con i familiari. È a loro che ho pensato, con molto rincrescimento. Alle giovani mogli, ai piccoli figli. Se non concediamo loro il massimo rispetto, quelle giovani morti saranno ancora più inutili e assurde. I familiari non possono essere mortificati ulteriormente».
Diliberto ha difeso il sindaco del Pdci...
«... parla di Arafat, ma tace sul resto. Mi sa tanto di difesa d’ufficio».
Pensa che ora il sindaco si dovrebbe dimettere?
«Non so. Credo che si sia già fatto del male da solo, sporcando una giornata importante per il suo Paese con dichiarazioni di pessimo gusto. Chiedere le sue dimissioni mi sembra altrettanto esagerato, spropositato...

».

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