«Ho visto un lampo di luce bianca» Così l’aereo Air France è esploso in volo

Madrid«All’improvviso abbiamo visto in lontananza un forte lampo, una luce bianca, che ha preso una traiettoria discendente verticale ed è sparito dopo cinque o sei secondi». Con queste parole il capitano del volo Air Comet 974 Lima-Madrid, che si viaggiava domenica notte vicino al volo Air France Rio-Parigi, ha raccontato in un rapporto ufficiale lo strano avvistamento che potrebbe trasformarsi nell’unica, succinta cronaca della tragedia aerea costata la vita a 228 persone. A conferma delle parole del comandante c’è anche la testimonianza del copilota e di una donna che si trovava nella parte anteriore dell’aereo: tutti hanno visto il bagliore alle 1.15 Utc (3.15 italiane, ndr). Appena arrivati a Madrid li ha raggiunti la notizia della tragedia di Air France e il capitano ha deciso di scrivere un rapporto per «aiutare, chiarire quanto successo». «Le rotte dei due aerei seguivano i lati di un ipotetico triangolo», ha spiegato al Giornale il vicedirettore tecnico di Air Comet Fernando Gil, «e poco prima che si incontrassero il comandante ha notato alla sua destra il bagliore. E lo deve aver visto bene perché era buio», aggiunge Gil. Il comandante, di cui non è stato rivelato il nome, ha passato il rapporto alle autorità aeree spagnole e la compagnia si è messa in contato con Air France. Ma a infittire il mistero ci sono anche altri dettagli. Il volo Air Comet non ha infatti ricevuto nessun segnale di mayday nonostante la vicinanza con quello francese. «Non si è sentito nessuna comunicazione in frequenze di emergenza o aria-aria né prima né dopo l’accaduto», ha spiegato il pilota nel rapporto. Il bagliore e il silenzio radar sembrerebbero confermare l’ipotesi di un’esplosione in volo. Anche Le Monde ha ventilato ieri l’idea di deflagrazione in volo. Fonti vicine alle indagini indicano infatti che l’aereo «viaggiava a una velocità inadeguata», probabilmente troppo bassa. Questa, assieme a una - ancora oscura - concatenazione di eventi catastrofici, sarebbe colpevole della disintegrazione in aria dell’aereo. Secondo il quotidiano, l’agenzia francese Bea, che indaga sui fatti, dovrebbe emettere un comunicato dove si raccomanda che i piloti degli Airbus 330 non diminuiscano la forza dei reattori in caso di turbolenze, come invece è consueto. Anche Le Figaro citava ieri la supposizione di esplosione in volo basandosi sui resti dell’aereo che sarebbero sparsi su un’area di più di decine di chilometri. Tutt’altre ipotesi sono invece al vaglio dell’esercito brasiliano. Il ministro della Difesa Nelson Jobim è convinto che la lunga traccia di combustibile di più di 20 chilometri avvistata dagli aerei del Brasile assieme ai rottami «escluderebbe» la possibilità di un incendio o un’esplosione: in quei casi infatti il carburante sarebbe stato bruciato. Tra gli scenari più duri c’è poi quello tracciato ieri dalla televisione Tv Globo, che, citando meteorologi e piloti, parla di un fronte di nuvole di 18 chilometri d’altezza nel quale si sarebbe imbattuto l’aereo, colpito da chicchi di grandine grandi come palline da tennis. Calcolando che il velivolo viaggiava a una velocità di 860 chilometri orari e con un vento contrario di altri 100, il comandante George Sucupira ha ipotizzato una grandinata a quasi 1000 km/h che avrebbe finito per sfondare i vetri della cabina di pilotaggio e per far precipitare l’aereo.

Mentre il mistero si infittisce, la marina brasiliana ha iniziato ieri il recupero dei primi resti dell’aereo, tra i quali non sono stati avvistati corpi umani. «Non c’è nessuna speranza che ci siano dei sopravvissuti» ha comunicato ieri Air France.

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