i 35 anni del Giornale

2IL COLLABORATORE
L’attenzione di Massari

verso la Fontanabuona
Posso anch’io da modestissimo «collaboratore esterno» dei tempi che furono, unirmi al coro di voci augurali per i 35 anni de il Giornale? Non dubitando che la risposta sia affermativa, vorrei ricordare prima di tutto l’opera di Amedeo Massari, che ritengo sia stata determinante per l’affermazione del quotidiano nell’area genovese. Massari, che si era fatto le ossa al XIX e che aveva contribuito in prima persona al lancio di Repubblica quando fu chiamato al Giornale vi trasferì tutto il suo entusiasmo e le sue capacità manageriali. Se non ricordo male, fu proprio lui a proporre l’edizione genovese, ritenendo di poterla radicare in un ambiente che conosceva bene e nel quale aveva colto l’aspettativa per una voce nuova, diversa e non conformista. L’attenzione da lui rivolta non soltanto all’organizzazione interna lo portò a sostenere la necessità di allargare l’area di diffusione del Giornale anche al di fuori della città, specialmente nel Tigullio e nel suo entroterra. Per questo, oltre a dare spazio ai consueti servizi su particolari fatti di cronaca o su specifici problemi di questo territorio, egli volle istituire le «pagine locali, a cadenza mensile, sostenute da presenze pubblicitarie raccolte sul posto. Da Massari ebbi l’incarico di curare le pagine della Fontanabuona (dove il Giornale si è affermato e continua a conservare i suoi affezionati lettori) e per diciassette anni (dall’inizio del 1985 a tutto il 2001), una o due volte al mese l’entroterra del Tigullio aveva modo di far sentire la sua voce anche a Genova, cosa che non era mai avvenuta e che oggi, abolite le «pagine locali», si presenta difficile, se non impossibile. I miei referenti in Redazione sono stati, nel tempo, Pippo Zerbini, Vittorio Sirianni, Ferruccio Repetti e Carlo Revello, dei quali conservo un caro ricordo. A livello di direzione non ho avuto contatti diretti se non con Luciano Basso, col quale talvolta mi incontravo a Cavi di Lavagna dove egli aveva messo casa. Di Amedeo Massari vorrei ricordare il legame che aveva con Chiavari e la Fontanabuona. Per la valorizzazione del territorio, da lui promossa con il Giornale e con il gruppo dei pittori di Artegiro, l’amministrazione comunale di San Colombano Certenoli gli conferì la cittadinanza onoraria. Lo scorso anno, nel decennale della sua scomparsa, Massari è stato ricordato a Calvari, dove era solito incontrare gli amici, e a Cicagna, capoluogo della vallata, con una «estemporanea» di pittura promossa dalla Comunità Montana. Per lui, e per i colleghi di cui ho fatto i nomi, mi sento ancora legato a queste pagine.

2I VOTI AI CAPOREDATTORI
Ecco perché io

al Giornale di oggi darei 9
Gentile signora Sirtori, a proposito di voti ai caporedattori del Giornale di Genova, provo a spiegarle perché a Lussana do 9 (credo che infondo non sia cosi difficile da spiegare). Sono anni che compero il Giornale, anche se il mio quartiere è rosso ...ma rosso, pensi che pochi giorni fa mi sono sentita una brutta battuta davanti al mio edicolante.
Ritornando a bomba al signor Lussana, amo molto trovare sempre articoli che parlano della mia città, criticandola quando serve, con simpatia e affetto. Si sente dai suoi scritti che Genova gli è entrata nel cuore, da genovese questo mi piace.
Luigina Elena
2QUANTO TEMPO È PASSATO
Mi avete fatto rivedere

metà della mia vita
Caro Lussana, sono questi gli «scherzi» da fare ai lettori? Quando ho letto dei 35 anni della redazione genovese del nostro Giornale, sono sobbalzato sulla sedia! Ho aperto il mio archivio e tirato fuori la prima pagina originale de «il Giornale» che conservo integro dal giorno 25 giugno 1974, che emozione... come sono invecchiato... non me ne ero reso conto.

Così in un solo colpo mi hai fatto ripassare metà della mia vita, ma siamo ancora qui ad impegnarci e siamo ancora vivi, il che non è da poco. Auguri a voi tutti ed ai lettori che considero amici anche non conoscendoli.
Un abbraccio
Fernando Galardi

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