Al mare anche dinverno. È questo uno dei punti che divide la Regione Liguria dai gestori degli stabilimenti balneari. La possibilità di aprire le strutture tutto lanno, non solo nei mesi estivi è una proposta portata avanti da tempo, che in linea di principio porterebbe a un notevole sviluppo del settore turistico e che gioverebbe anche agli stessi operatori del settore. Eppure rischia di restare scritta solo nel libro dei buoni propositi. E proprio questo argomento ieri è stato al centro di un convegno-dibattito che si è svolto presso lhotel Regina Elena di S. Margherita Ligure, organizzato dalle associazioni dei balneari e al quale hanno preso parte gli assessori regionali al turismo Margherita Bozzano e alla Pianificazione, demanio e territorio Carlo Ruggeri.
Dai rappresentanti della Regione è arrivato quasi un atto di accusa agli imprenditori troppo «pigri» e poco propensi ai cambiamenti: «La Regione ha sette milioni di euro provenienti dal Fir (fondo di rotazione) - ha detto Bozzano -. Di questi, circa il 25% sono destinati alla balneazione e quindi a quegli aiuti necessari a far decollare attività che fanno impresa e come tali devono lavorare 365 giorni all' anno. Sono finiti i tempi dei tre mesi balneari, gli stabilimenti devono integrarsi con il tessuto ricettivo cittadino anche durante i mesi non estivi». Una «lezione» che i balneari dal canto loro non accettano, ma anzi rispediscono al mittente. Perché lidea di tenere aperto tutto lanno piace, ma se non è realizzabile la responsabilità va proprio ricercata in quelle scelte politiche che a livello regionale frenano lo sviluppo: «Come possiamo investire migliaia di euro per attrezzature capaci di far tenere aperto i locali tutto lanno se abbiamo concessioni precarie? - replicano i gestori -. Chiediamo alla Regione Liguria di battersi al nostro fianco per una normativa chiara e sicura».
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