I Bot fanno il pieno, ma le Borse crollano

Bene il Bot-day, malissimo le Borse e gli spread, gelati dal giudizio tranchant di Moody’s sul vertice Ue di Bruxelles. Si è subito dissolto l’effetto euforizzante di venerdì scorso, quando l’esito del summit nella capitale belga era stato interpretato positivamente dai mercati. Inutile stare a ripetere quanto il peso attribuito dagli investitori alle ineffabili agenzie di rating sia diventato eccessivo.
Questa volta, piuttosto, è difficile dar torto a Moody’s, confutare la tesi secondo cui nella riunione dei capi di Stato e di governo non sono state prese «misure politiche decisive» e, dunque, viene ribadita l’intenzione di rivedere valutazioni «di tutta l’Unione europea nel primo trimestre del 2012».
Insomma, i guru delle pagelle imputano all’Europa mancanza di coraggio, scarsa volontà nell’affrontare di petto la crisi del debito. La Germania è passata all’incasso ottenendo l’unione fiscale, ossia una più stretta sorveglianza sui bilanci dei singoli Stati che si tradurrà in una perdita di buona parte delle sovranità nazionali. E in cambio, che cosa ha concesso? Poco, o nulla. Il fondo salva-Stati sarà gestito direttamente dalla Bce, ovvero dall’organismo più tedesco-centrico dell’intera Unione anche ora che alla sua guida c’è Mario Draghi. Non a caso, l’amministrazione Obama si è detta «delusa» dall’accordo europeo per salvare l’euro. Lo scrive il Wall Street Journal, secondo cui gli Usa - pur avendo apprezzato i progressi compiuti a Bruxelles - non sono affatto contenti per il mancato rafforzamento dei poteri della Bce e del fondo salva-Stati. Quanto all’idea degli Eurobond, non è praticamente mai transitata sulle scrivanie del vertice. Inoltre, si è consumato lo strappo con Londra, la cui massa critica non può certo essere trascurata e il cui euro-scetticismo potrebbe far proseliti. Il rischio di un break-up, ossia di un euro sul binario morto, non è quindi stato scongiurato. E i mercati, seppur a scoppio ritardato, hanno reagito male. Giù Francoforte (-3,3%), a terra Madrid (-3,1%), pesanti Parigi (-2,61%) e Londra (-l’1,83%). Piazza Affari, la peggiore, ha accusato un crollo del 3,8% ancora una volta da addebitare in buona sostanza ai tonfi dei titoli bancari (Monte Paschi -8,8%, Banco Popolare -7,76%, Ubi -7%), i più comprati alla fine della scorsa settimana e ieri i più venduti a causa del surriscaldamento dello spread tra Btp e Bund (a 454 punti dai 421 di venerdì scorso). L’alta temperatura dei differenziali ha impedito, tra l’altro, una discesa sensibile dei rendimenti all’asta dei Bot per 8 miliardi. Il collocamento, avvenuto nell’ambito dell’iniziativa che ha replicato il Btp-day, è stato un successo, grazie a richieste pari a oltre 13 miliardi che hanno visto un forte interessamento anche da parte della clientela retail, ovvero dei risparmiatori, che secondo alcune indicazioni avrebbe raggiunto almeno la metà dell’importo offerto. Migliore poteva essere, tuttavia, il risultato in termini di rendimento: il 5,952% è in realtà solo lievemente inferiore al 6% lordo dell’asta dello scorso mese.
In molti si attendevano una discesa più marcata sul fronte dei tassi di interesse, anche considerando che venerdì scorso il titolo annuale sul grey market oscillava ben sotto il 6%. Oltre ai nodi connessi alla crisi del debito, l’Europa deve far fronte ai venti di recessione che soffiano sempre più forti. Nel suo bollettino trimestrale, Fitch stima che nel 2012 la crescita nell’Eurozona rallenterà allo 0,4% nel 2012. A pesare sono «le misure di austerità» varate per far quadrare i conti e il «peggioramento della fiducia dei mercati che accentua la stretta creditizia».

Ma cattive notizie, e non solo per Eurolandia, arrivano anche dal Superindice Ocse (una sorta di barometro che prevede le condizioni economiche fra sei mesi), sceso in ottobre a quota 100,1 punti in calo dello 0,3% rispetto a settembre ma soprattutto dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2010. Per l’Italia, la flessione è dello 0,6% mensile e del 7% su base annua, il più forte del G7.

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