I buongustai genovesi si convertono al «cuoco in affitto»

I buongustai genovesi si convertono al «cuoco in affitto»

Se non hai voglia di cucinare, non far saltare la cena e per una sera affitta lo chef. Una nuova moda? Forse. Sicuramente un business divertente e pratico: il cuoco a domicilio è la versione moderna, e ridotta, del nobilissimo catering. Il mago dei fornelli entra nelle cucine private rompendo le tradizioni perché dialoga coi commensali e racconta le sue ricette, insomma diventa parte integrante dell'incontro culinario.
Ma cosa offre «l'home cooking»? Tutto, dall'antipasto al dolce: carne, pesce, timballi, risi, finger food, quiche e molto altro, i nostri chef devono accontentare ogni palato e soprattutto ogni tipo di portafoglio. Anche Genova, città dedita all'eterna conservazione, sta aprendosi alla novità. Sono diversi i giovani e meno giovani che si sono lanciati nel nuovo mercato gastronomico: Patrizia di Soul Kitchen, Fabio Coluccino e Federica Sanguineti sono solo alcuni nomi degli «chef in affitto» che si stanno muovendo sul territorio genovese. A loro si aggiungono Antonio e Stefano Costa di Affitta Lo Chef una coppia di fratelli che sta riscuotendo un discreto successo (la loro agenda è sempre overbooking). Vuoi per la particolarità dell'accoppiata, vuoi perché da sempre sono stati nel giro della ristorazione, ma al momento sono «cliccatissimi». «Abbiamo scelto di avventurarci in questa nuova esperienza perché sul territorio nazionale è una pratica già nota e ben avviata - dichiarano - Genova è ancora un po' indietro, scopriremo sulla nostra pelle se l'attività sarà proficua, per ora siamo molto soddisfatti».
Ma c'è anche chi sfrutta la propria maestria dietro i fuochi per arrotondare le entrate, si sa, in tempo di crisi ci si reinventa in ogni modo: alle cinque si stacca dall'ufficio per indossare, dopo un'ora, cappello e grembiule in casa d'altri. Ma quanto costa affittare un cuoco? I prezzi variano dai 20 ai 100 euro a persona che possono aumentare se subentra un sommelier o un maitre de sale. In poche parole la cifra sale e scende a seconda del menù. Una volta stabilito cosa mangiare gli chef si occupano della spesa e finalmente sono liberi di spignattare. Il proprietario di casa non deve più preoccuparsi di nulla: i cuochi entrano in cucina 4/5 ore prima dell'inizio dell'evento, preparano i piatti e imbastiscono tutto il necessario. Solitamente portano con sé gli attrezzi del mestiere: pentole, padelle e utensili per cercare di mantenere il massimo dell'ordine. La festa è perfetta e non bisogna far altro che godersi la serata. Una volta terminato il banchetto, i cuochi si preoccuperanno di riassettare la cucina come se nessuno fosse passato di lì. Si riappropriano delle proprie cose e, insieme agli applausi del pubblico, lasciano l'appartamento alla volta di una nuova cucina. A quanto dicono i professionisti del settore le soddisfazioni non mancano, ma intraprendere questo lavoro non è certo cosa facile. Anzitutto è necessario offrire sempre qualcosa di nuovo e insolito, magari ricette regionali e internazionali ad esempio, garantendo massima rapidità nella preparazione perché il servizio, in quasi ogni sua parte, viene cucinato in loco. Non deve mancare l'ingrediente fondamentale: la pubblicità.

Per restare sulla cresta dell'onda, e aumentare i contatti, è fondamentale farsi conoscere: e via, senza pietà, di social network e passaparola con amici, parenti e colleghi, nonché presenza «prezzemolina» in eventi mondani e meno, il nome deve girare di bocca in bocca. E allora, buon appetito!

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